Il nome della bambina positiva al Coronavirus finisce nelle chat

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-28

Caccia all’untore, e pazienza se ha otto anni: la famiglia ha sporto denuncia per violazione della privacy

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Marco Imarisio sul Corriere della Sera racconta oggi una storia che riguarda una bambina di otto anni positiva al test del tampone sul Coronavirus il cui nome e cognome è finito nelle chat su Whatsapp dopo essere partito da Curtarolo in provincia di Padova:

Forse è qualcosa più di una brutta storia, quel che è successo in questa piccola località affacciata sul Brenta, a 15 chilometri da Padova. È una vicenda esemplare, purtroppo. Lo scorso 14 febbraio nella sede degli Alpini della vicina Limena si tiene una cena dedicata agli anziani per festeggiare San Valentino. Sedici invitati, sette dei quali pochi giorni dopo risultano positivi al virus Covid-19. Il più grave è un uomo di 67 anni, ricoverato all’ospedale di Padova. Vengono sottoposti al tampone i familiari. La sua nipotina,che ha 8 anni, va a scuola a Limena ma vive qui, risulta positiva, senza sintomi. Mamma e papà invece sono negativi.

Mercoledì mattina, il messaggio. «Si comunica che nella mattinata odierna veniva informato dal sindaco Martina Rocchio, a sua volta avvisata dalle Autorità Sanitarie, che
in Curtarolo risultano TRE casi accertati di persone positive al test, che si identificano in…». Il primo nome è quello della bimba, «figlia convivente». Poi il padre e lo zio. Con indirizzo dettagliato fino al pianerottolo. Appare ovunque. Nella chat WhatsApp del patronato, del catechismo, in quella delle mamme del paese, in quella della scuola,arriva fino a gruppi genitoriali di Mantova e Verona, che non c’entrano nulla. A ogni giro, qualche dettaglio in più. La classe della bimba, la foto del nonno.

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Caccia all’untore, e pazienza se ha solo otto anni. Il primo a rendersi conto di quel che sta accadendo è Stefano Tonazzo, sindaco di Limena. È amico del padre della bimba e del nonno. Chiama il primo. Non sapeva nulla. Lo hanno avvisato dal laboratorio analisi quando la notizia su sua figlia era già sul sito di un quotidiano online. Chiama la sua collega di Curtarolo: «Ma cosa stai facendo?». Martina Rocchio cade dalle nuvole. Quel messaggio non è suo, lei non ne sa niente. Intanto arrivano giornalisti e telecamere. La famiglia della bambina si trova in quarantena ma assediata, con citofono e telefono di casa che squilla ogni minuto.

La famiglia ha sporto denuncia per violazione della privacy, così come la sindaca.

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