Il complotto del coronavirus creato in laboratorio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-01-31

Qualche giorno fa è uscita la “notizia” che secondo un’ex membro dei servizi segreti israeliani il coronavirus è un’arma batteriologica creata dalla Cina. L’informazione è priva di fondamento perché non viene portata alcuna prova a sostegno. Ma un coraggioso deputato a 5 Stelle ha deciso di andare fino in fondo al mistero

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Ieri Diego Fusaro ci ha spiegato che il coronavirus in realtà potrebbe benissimo essere un’arma batteriologica “spedita” dagli USA per colpire la Cina. Oggi è il turno del complotto di segno diametralmente opposto: il coronavirus è un arma batteriologica “scappata” per errore da un laboratorio cinese.

L’europarlamentare a 5 Stelle che presenta interrogazioni basate su bufale

Ne è convinto ad esempio l’eurparlamentare M5S Fabio Massimo Castaldo che su Facebook ha annunciato che presenterà un’interrogazione in Parlamento «per chiedere un impegno dell’UE, nei confronti delle autorità cinesi, per conoscere a fondo la realtà dei fatti». Quali fatti? Scrive Castaldo che il coronavirus “potrebbe” essere nato in laboratorio, un centro di ricerca che si trova proprio a Wuhan e che sarebbe «collegato al programma di armi biologiche segrete della Cina».

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L’Unione Europea, prosegue Castaldo, «deve incalzare il governo cinese sull’esistenza di laboratori di questo tipo». E già ci possiamo immaginare il governo cinese pronto a rispondere alle domande di una potenza straniera circa l’ubicazione di eventuali laboratori segreti. Ma come ha fatto un europarlamentare a venire in possesso di queste informazioni? Allo stato attuale infatti nessuno sa con certezza in che modo sia iniziata la diffusione del contagio. Una delle ipotesi più accreditate e scientificamente plausibili – ma non ancora confermata – è che il coronavirus 2019-nCoV si sia originato nel  mercato del pesce di Huanan di Wuhan (almeno stando ad alcune testimonianze dei primi pazienti). L’unica certezza al momento è che sull’origine animale del virus, ma non si sa come sia mutato e si sia trasmesso all’uomo.

Paolo Liguori, l’esperto israeliano e la fonte misteriosa

In questa mancanza di dati certi fanno molta presa tutte quelle notizie che in qualche modo colmano il “gap” di informazioni. Una mancanza che in parte è dovuta al fatto che ancora non sono stati condotti studi approfonditi – ad esempio per il caso dell’epidemia di Ebola si sospettò di inizialmente del consumo di carne di pipistrello, salvo poi scoprire che forse il vettore del contagio era stato il guano con il quale il “paziente zero” era venuto accidentalmente in contatto – e in parte alla reticenza del governo cinese che non è stato certo prodigo di informazioni nelle prime fasi dell’epidemia.

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Ma qual è la fonte delle informazioni di Castaldo? Stando a quanto scrive si tratta di un ex ufficiale dei servizi segreti israeliani (ad un certo punto di tutte le storie di questo tipo c’è sempre un esperto di sicurezza israeliana) che il 24 gennaio ha rivelato al Washington Times l’esistenza del laboratorio “segreto”. Segreto tra virgolette perché dell’esistenza di quel laboratorio a Wuhan aveva parlato pure Nature qualche anno fa. Ma secondo questo ex ufficiale dell’intelligence (in servizio fino al 1991) in quel laboratorio non solo si studiano i virus ma anche si sviluppano armi batteriologiche. Che prove fornisce alle sue affermazioni? Nessuna. Diversi esperti al contrario ritengono la teoria “poco plausibile”. Secondo Open inoltre l’esperto israeliano avrebbe poi precisato che la sua era solo un’ipotesi e di non avere prove.

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Ciononostante sempre il 25 gennaio il direttore del TgCom Paolo Liguori spiegava che stando a quanto confermato da una sua fonte (la quale in precedenza aveva anche confermato che il volo della Ucranian Airlines era stato abbattuto da un missile e quindi deve essere un esperto di parecchie cose segrete) «il virus cinese nasce in laboratorio militare di Wuhan» spiegando che è una cosa abbastanza normale perché le stesse cose le fanno anche gli Stati Uniti «in Nevada» (Area 51?) ma che in questo caso il virus sarebbe riuscito ad uscire perché «un tecnico si è infettato e nessuno se n’è accorto».

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Ora che Liguori, che in gioventù ha militato in Lotta Continua ed era noto con il soprannome di “Straccio”, possa avere fonti e contatti ben informati è qualcosa di cui non dubitiamo. Certo nessuno si chiede come questa fonte possa sapere addirittura che è stata “colpa” di un tecnico e che non è stato rilasciato apposta. Ma non è possibile non notare che il direttore di TgCom non fornisca alcuna prova concreta a sostegno di questa affermazione ma si limita a ripercorrere le vicende geopolitiche mondiali e a tirare in ballo la Russia. Ma del resto il TgCom è quella testata che oggi pubblica le foto di persone “morte nelle strade a Wuhan” e poi quando si va a guardare la sequenza si vede solo una persona stesa a terra, senza alcuna informazione di sorta a corredo delle immagini che spieghi cosa è successo o il contesto. Queste sono le informazioni “raccolte” dal prode Castaldo. Il quale forse non ha letto che l’Ambasciata cinese a Roma ha già smentito la notizia del virus creato in laboratorio (e che altro potrebbe fare, altrimenti) e chiede che sia la UE a fare la stessa domanda e a ricevere molto presumibilmente la stessa risposta.

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