Economia

Cosa c’è nel decreto anti-recessione da 3,6 miliardi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-04

Arriveranno gli indennizzi alle imprese e la Cassa integrazione guadagni in deroga per i lavoratori. Ma l’arco temporale del provvedimento sarà limitato. Coprirà i danni subiti da febbraio fino a fine marzo. Anche in questo caso verrà fatta una distinzione tra zona rossa, zona gialla e resto del Paese

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Il decreto anti-recessione da 3,6 miliardi di euro che il governo Conte Bis vuole varare per il Coronavirus è quasi pronto. Si tratta di un anticipo di misure più ampie che dovranno essere prese nelle prossime settimane. Ma il testo, nelle ultime ore, ha assunto dei connotati diversi.

Cosa c’è nel decreto anti-recessione da 3,6 miliardi

Spiega oggi Il Messaggero che arriveranno gli indennizzi alle imprese e la Cassa integrazione guadagni in deroga per i lavoratori. Ma l’arco temporale del provvedimento sarà limitato. Coprirà i danni subiti da febbraio fino a fine marzo. Anche in questo caso verrà fatta una distinzione tra zona rossa, zona gialla e resto del Paese. Per le imprese della zona rossa che potranno dimostrare cali di fatturato di almeno il 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’indennizzo sarà totale. Avverrà tramite il riconoscimento da parte dello Stato di un credito di imposta che però, a differenza di quanto avviene solitamente, sarà immediatamente esigibile e non spalmato su più anni. Questo significa che sarà in pratica equivalente ad un aiuto monetario.

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Coronavirus: la nuova zona rossa (La Repubblica, 4 marzo 2020)

Nella zona gialla, quelle città e quelle province che hanno effetti indiretti e indotti dall’emergenza, gli indennizzi saranno riconosciuti solo per quelle attività che hanno dovuto subire delle chiusure a causa delle ordinanze necessarie a tutelare la salute pubblica. Anche in questo caso il meccanismo sarà lo stesso, quello cioè del credito di imposta. Per il resto dell’Italia gli interventi riguarderanno soprattutto la concessione della Cassa integrazione in deroga per quelle attività che hanno subito i danni maggiori, dagli alberghi, alle palestre fino alle altre attività ricreative e culturali. Sul tavolo del governo c’è poi il rafforzamento delle misure sanitarie. Anche su questo fronte saranno concentrate nuove risorse.  Intanto Il Sole 24 Ore fa sapere che da Palazzo Chigi è partita un’altra istanza alla volta dei ministri, che il premier vedrà stamattina prima del vertice alle 16 con imprese e sindacati:

Entro il 6 marzo dovranno inviare le loro proposte per la «terapia d’urto» per la crescita promessa ben prima dell’emergenza coronavirus, che il Governo vorrebbe varare insieme al Def. L’esigenza politica di Conte è assicurarsi, se non i voti, almeno la desistenza delle opposizioni. Non tanto sulla richiesta di più deficit, che va autorizzata dal Parlamento con la maggioranza assoluta dei suoi componenti e sulla quale tutti i partiti sono favorevoli, quanto sugli altri provvedimenti in arrivo: i nuovi vincoli per la popolazione, consigliati dagli esperti per arginare l’avanzata del virus e destinati a integrare il Dpcm del 1° marzo (si veda pagina 7), e i provvedimenti economici. Su questi Conte cercherà di coinvolgere sia le forze critiche della sua maggioranza, Iv in testa, sia  l’opposizione, a partire dalla Lega. Obiettivo: capire se potranno spegnersi i desideri di governissimi e se potrà intestarsi con più saldezza la guida dell’emergenza nazionale.

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