Coronavirus: i 37mila contagi sul lavoro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-09

Un’accelerazione, spiega oggi Il Fatto Quotidiano, che andrebbe contestualizzata per capire se sia dovuta alla semplice emersione dei casi oppure se sia conseguenza dell’andamento dell’epidemia o di specifici comportamenti

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Secondo gli ultimi numeri dell’Inail sono 37.352 i lavoratori che tra la fine di febbraio e il 4 maggio si sono ammalati di Coronavirus mentre svolgevano le loro attività. Il dato arriva dalle denunce presentate e mostra un incremento di 9mila unità rispetto ai 28.381 casi della rilevazione del 21 aprile. Un’accelerazione, spiega oggi Il Fatto Quotidiano, che andrebbe contestualizzata per capire se sia dovuta alla semplice emersione dei casi oppure se sia conseguenza dell’andamento dell’epidemia o di specifici comportamenti.

I CASI MORTALI segnalati all ’Istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro nello stesso periodo sono 129,31 in più rispetto al monitoraggio precedente. Al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce, in cui la quota femminile con il 71,5 per cento dei casi prevale rispetto a quella maschile (28,5 per cento), l’82,2 per cento dei decessi hanno interessato i lavoratori e il 17,8 per cento le lavoratrici.

Il nuovo report elaborato dalla Consulenza statistico-attuariale dell’Inail conferma poi la maggiore esposizione al rischio del personale sanitario e socio-assistenziale. Il 73,2 per cento delle denunce e quasi il 40 per cento dei casi mortali, infatti, riguardano il settore della sanità e assistenza sociale. La categoria professionale dei tecnici della salute, che comprende infermieri e fisioterapisti, con il 43,7 per cento dei casi segnalati all’Istituto (e il 18,6 per cento dei decessi) è quella più colpita dai contagi,seguita dagli operatori socio-sanitari (20,8 per cento), dai medici (12,3 per cento), dagli operatori socio-assistenziali (7,1 per cento)e dal personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6 per cento).

coronavirus indice di trasmissione
L’analisi territoriale evidenzia invece che quasi otto denunce di infezione su 10 sono concentrate nel Nord-Ovest (53,9 per cento del totale) e nel Nord Est (25,2 per cento), con gli altri casi distribuiti tra il Centro (12,5 per cento), il Sud (6 per cento) e le Isole (2,4 per cento). Tra le regioni, il primato negativo spetta alla Lombardia, con oltre una denuncia su tre (34,2 per cento) e quasi il 43 per cento dei casi mortali, seguita da Piemonte (14,9 per cento), Emilia-Romagna (10 per cento), Veneto (8,9 per cento), Toscana (5,8 percento) e Liguria (4,2 per cento).

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