Economia
Le strane frasi di Conte sul MES
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-05-15
Conte dice prima che non è possibile aumentare il debito a questo ritmo e poi parla di sfruttare gli strumenti messi a disposizione dall’Europa, “MES compreso”. Eppure il presidente del Consiglio, contro alcuni pezzi della sua maggioranza, aveva fino a ieri detto il contrario. Sta cambiando idea?
In un’intervista rilasciata a Tommaso Ciriaco e pubblicata oggi su Repubblica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte torna a parlare del Meccanismo Europeo di Stabilità con frasi molto ambigue, che non sembrano preconizzare il no finora annunciato allo strumento dell’Unione Europea:
«Non possiamo continuare a mettere soldi a pioggia e basta». Ecco la fase due di Giuseppe Conte. Al telefono, quando già è sera, l’avvocato spiega il rilancio dell’azione di governo che ha in mente. Il primo passo è un decreto “Semplificazione” che, nelle sue intenzioni, punta «a far correre il Paese». Nel frattempo, sarà possibile sfruttare il pacchetto di strumenti messi a disposizione dall’Europa, Mes compreso. Su cui, «vi assicuro, non avremo problemi». Di certo, dice, l’esecutivo andrà avanti: «Io non mollo. E il governo non è in pericolo».
[…] Uno dei passaggi chiave, neanche a dirlo, è quello del Mes. Non vuole entrare nel dettaglio, l’avvocato. Ma è evidente che prepara una presa di posizione chiara, in tempi rapidi, per chiudere politicamente la partita del fondo Salva Stati. «Il Mes? Sul pacchetto Ue non ci saranno problemi. Poi è evidente che quando arriveranno anche i soldi del recovery fund, allora utilizzeremo anche quelli. Ma non possiamo permetterci il lusso di limitarci ad aspettare quei soldi, dobbiamo anche fare le riforme che servono». Vuole chiudere politicamente il capitolo del fondo europeo per le spese sanitarie entro fine maggio, subito dopo che la Commissione avrà presentato il piano per i recovery bond. Non perché l’Italia intenda accedere subito alla linea di credito del Mes, ma per blindare la maggioranza in senso europeista e stroncare, adesso che ancora la situazione sembra sotto controllo, il dissenso grillino.
I 36 miliardi europei del fondo Salva Stati, d’altra parte, non bastano a spiegare la fase due che ha in mente Conte. C’è una ragione politica profonda, che deriva forse da quanto gli ha spiegato riservatamente Dario Franceschini nelle ultime ore: «Da come gestirai il passaggio sul Mes si capirà se hai la forza di andare avanti». Un altro obiettivo, allora, è quello di non mostrarsi più in balia della guerriglia di gruppetti di ortodossi. Di dare risposte al Paese, che rischia di soffocare. E di tranquillizzare Renzi, che gli chiede un segnale politico per non staccare la spina all’esecutivo. «Il decreto “Rilancio” – dice adesso il premier – contiene una serie di misure che sono necessarie per superare questa fase dell’emergenza. Ma già da oggi ci siamo messi a lavorare al decreto “Semplificazione”, che sarà lo strumento per far correre il Paese».
Conte dice prima che non è possibile aumentare il debito a questo ritmo e poi parla di sfruttare gli strumenti messi a disposizione dall’Europa, “MES compreso”. Eppure il presidente del Consiglio, contro alcuni pezzi della sua maggioranza, aveva fino a ieri detto il contrario. Sta cambiando idea?