La competitività dell’Italia in calo (quando succede, poi cade il governo)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-05

Il Corriere: si evince anche l’imminente fine del governo sovranista, con la sua concezione terrapiattista della competitività

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L’istituto Imd di Losanna ha pubblicato la classifica 2019 della competitività di 63 Paesi. Nell’ultimo anno l’Italia è scesa dal 42esimo al 44esimo posto, scavalcata da Indonesia e India. La misura è basata su una media ponderata di 224 variabili e 62 informazioni. E, spiega oggi il Corriere della Sera in un articolo a firma di Riccardo Gallo, il calo di competitività è storicamente accompagnato dalla caduta del governo sotto cui si è verificato:

Per trovare la miglior graduatoria dell’Italia (30esimo posto),dobbiamo risalire al 1999. Poi c’è stato un processo di deterioramento senza freni. Per propria incultura e retaggio degli anni Trenta del Novecento, il nostro Paese ha sofferto più degli altri il passaggio alla modernità e l’abolizione negli anni Novanta di tutti gli strumenti di protezione dello Stato: dagli istituti pubblici di credito speciale alle barriere doganali e tariffarie, alle partecipazioni statali e, solo infine, aggancio della lira al marco e adesione all’euro, con l’impossibilità di nuove svalutazioni competitive della lira.
competitività in calo
La classifica della competitività (Corriere della Sera, 5 giugno 2019)

Dall’andamento negli ultimi quindici anni si desume che: molti governi sono caduti quando la competitività è peggiorata, quasi tutti all’inizio hanno dato una discreta spinta (Conte no), poi hanno tradito le attese, le vette (relativamente parlando) le hanno raggiunte Prodi nel 2007, Berlusconi a inizio 2010, Renzi nel 2017. Si evince anche l’imminente fine del governo sovranista, con la sua concezione terrapiattista della competitività.

Insomma, il Corriere si sbilancia. Il governo cadrà presto.

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