Economia
Come cambia il costo del ticket in base al reddito
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-10-02
Il costo dei ticket sanitari sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del «reddito familiare equivalente», vale a dire del reddito prodotto dal «nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare»
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che il ticket cambia e d’ora in poi verrà pagato in base al reddito. Saranno quindi le condizioni economiche reddituali di ciascun individuo a determinare il costo dei ticket, con l’obiettivo di rendere il sistema più omogeneo ed equo. In pratica, si legge su una bozza del ddl in gestazione, il costo dei ticket sanitari sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del «reddito familiare equivalente», vale a dire del reddito prodotto dal «nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare». E questo anche stabilendo un importo come limite massimo annuale di spesa per i ticket, al raggiungimento del quale cesserà l’obbligo dell’assistito di versare il contributo e partecipare al finanziamento del sistema sanitario. Spiega oggi Il Messaggero:
Occorre sottolineare che in Italia c’è una vera e propria giungla dei ticket: infatti, riguardano sia le prestazioni su cui vengono applicati (farmaci, prestazioni specialistiche e visite di pronto soccorso) sia gli importi che i cittadini devono corrispondere. La compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini nel 2018 sfiora i 3 miliardi di euro: le Regioni hanno cioè incassato per i ticket2 miliardi e 968 milioni(49,1 euro pro-capite), di cui un miliardo e 608 milioni (26,6 euro pro-capite) relativi ai farmaci e un miliardo e 359 milioni (22,5 euro pro-capite) per le prestazioni ambulatoriali, incluse quelle di Pronto soccorso.
Nei piani del governo figura anche il superamento del superticket, che lo stesso ministro Speranza definisce «un balzello di 10 euro che non consente a troppi cittadini di accedere al Ssn. Abbiamo scritto per la prima volta nel Def che è sbagliato e che va superato», ha ricordato il ministro. Il superticket, la maggiorazione di 10 euro sul ticket per le prestazioni diagnostiche e di specialistica ambulatoriale è stata introdotta dal governo Berlusconi del 2011 e ogni Regione ha avuto la libertà di gestirlo in maniera autonoma. Attualmente solo 9 Regioni lo hanno applicano integralmente, altre in forma ridotta (3 euro al posto di 10).
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