I 65 contagiati su 78 nella struttura dei disabili a Cocquio Trevisago

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-07

È da dieci giorni che il sindaco di Cocquio Trevisago, Daniele Centrella, primo cittadino ma anche direttore sanitario alla Asl Verbano Cusio Ossola, scrive e riscrive lettere a Regione, Azienda territoriale sanitaria e Istituto sanitario Sacra famiglia, che ospita disabili, molti anziani. Chiede, senza risultati, misure concrete per bloccare la diffusione del virus che dalla struttura potrebbe estendersi a tutto il comune

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Repubblica racconta oggi la storia della struttura per disabili Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago, dove ci sono 65 contagiati su 78 ospiti:

«Sto scrivendo l’ennesima lettera al governatore Attilio Fontana e all’assessore al Welfare Guido Gallera, qui non si trovano più medici, mi sono offerto anch’io per fare i turni di guardia per assistere i malati». È da dieci giorni che il sindaco di Cocquio Trevisago, Daniele Centrella, primo cittadino ma anche direttore sanitario alla Asl Verbano Cusio Ossola, scrive e riscrive lettere a Regione, Azienda territoriale sanitaria e Istituto sanitario Sacra famiglia, che ospita disabili, molti anziani. Chiede, senza risultati, misure concrete per bloccare la diffusione del virus che dalla struttura potrebbe estendersi a tutto il comune, cinquemila abitanti in provincia di Varese. E ora il contagio all’interno della Sacra Famiglia è «drammaticamente esteso». Sessantacinque contagiati su 160 ospiti, la metà con febbre e difficoltà respiratorie, nove più gravi con necessità di ossigeno, un deceduto positivo.

Cocquio trevisago

Il focolaio di Covid-19 alla Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago – una delle ventitré residenze private della fondazione Onlus dove aveva svolto i servizi sociali l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – è un caso emblematico del virus che si insidia silenzioso nei luoghi abitati dalle persone più fragili, e che si diffonde se non trova barriere.

disabili contagiati trevisago

A Cocquio l’amministrazione aveva sanificato le strade, realizzato l’isolamento domiciliare, imposto il divieto di spostamento oltre 300 metri da casa, fornito mille e 300 mascherine agli ultra sessantenni. Riuscendo a rendere immune il territorio al virus. Sino a domenica: «È con grande tristezza e sconcerto che devo darvi notizia dei dati che mi sono stati comunicati dal direttore sanitario di Sacra Famiglia relativi agli esiti dei tamponi – scrive il sindaco ai compaesani -. Nel padiglione Rampi i soggetti positivi sono 65 su 78, mentre 13 sono risultati negativi, i positivi sintomatici sono 33, di cui 9 con necessità di ossigeno».

Il primo cittadino di questo comune in provincia di Varese si dice sostenitore del presidente della Lombardia Fontana, «come noi di Varese, amministratore competente». Ma ieri sera stava scrivendo l’ennesima lettera di allarme e protesta al governatore, all’assessore Guido Gallera, e all’Ats: «Non abbiamo avuto mai risposta alle nostre richieste di intervento, ci sono gravi inadempienze in Lombardia sulle residenze sanitarie per anziani e disabili».

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