Chi non paga le tasse in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-11

Il lavoro “nero”, cioè completamente sconosciuto al fisco, conta un esercito di 3 milioni di persone. Mentre se si valuta il cosiddetto lavoro “grigio”, dai fuori busta non dichiarati al doppio lavoro, si raggiungono i 7 milioni di individui

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Il “Rapporto Giovannini” sull’economia non osservata allegato alla Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza) del 2019 spiega quali sono le tasse più evase in Italia, chi non paga e quanto.  Il primo punto del rapporto è l’evasione dell’Iva, la star delle imposte evase nella Penisola, con 35,8 miliardi mancanti all’appello, segue l’Irpef da lavoro autonomo che totalizza una perdita di 33,3 miliardi. Nessuno si salva: fino alle accise sui prodotti energetici con 700 milioni e alla Tasi, la tassa sui servizi comunali, con 200 milioni. Roberto Petrini su Repubblica spiega che si tratta di un fenomeno diffuso e profondo, oggetto del duro monito del Quirinale, che non risparmia nessuna categoria:

In testa naturalmente ci sono i lavoratori autonomi, professionisti, commercianti e artigiani, il cosiddetto popolo delle partite Iva. Nessuno sa quanti siano gli autonomi che evadono, ma stime attendibili effettuate da tecnici qualificati, dicono che su una platea di 5 milioni, ci sarebbero 1,5-2 milioni di evasori. Del resto basta scorrere le ultime tabelle degli studi di settore, ormai accantonati, ma sempre validi dal punto di vista statistico: per alcune categorie di commercianti la differenza tra quanto il fisco si aspetta e i ricavi effettivamente dichiarati va da 10 mila a 30 mila euro. Più bassa la differenza tra il dovuto e il dichiarato tra i professionisti (architetti, medici, avvocati): qui mancherebbero all’appello tra i 6 e gli 8 mila euro.

chi non paga le tasse
Chi non paga e quanto (La Repubblica, 11 dicembre 2019)

Ma c’è dell’altro. Lo stesso “Rapporto Giovannini” calcola che il lavoro “nero”, cioè completamente sconosciuto al fisco, conta un esercito di 3 milioni di persone. Mentre se si valuta il cosiddetto lavoro “grigio”, dai fuori busta non dichiarati al doppio lavoro, si raggiungono i 7 milioni di individui. Certo, qui la responsabilità dei singoli è meno forte, perché spesso ci si trova tra l’alternativa di accettare il nero o di restare senza stipendio. Ma il problema c’è.

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