La nuova idea geniale del Campidoglio: il bonus per le famiglie che ospiteranno i residenti del River

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-05-25

Continua il gioco delle tre carte della Giunta Raggi sulla pelle dei Rom della Capitale. Questa volta l’idea è quella di concedere incentivi economici a tutti coloro che si offriranno di ospitare i Rom del Campin River. L’insediamento “chiuso” dal M5S il 30 settembre 2017

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È trascorso un anno dal varo del favoloso piano per il superamento dei campi Rom della Capitale. Un progetto che secondo Beppe Grillo e avrebbe messo la parola fine ad illegalità e degrado. Era il giugno del 2017 ma oggi a quasi un anno di distanza nulla è cambiato. Dei due campi – La Monachina e La Barbuta – nei quali avrebbe dovuto iniziare il “superamento” le cose sono rimaste come erano all’epoca. Solo uno dei due bandi è stato aggiudicato mentre per La Monachina è stata avviata una nuova procedura negoziata (ad inviti).

Il fallimento del Piano Rom della Giunta Raggi

Non è un problema di soldi, quelli ci sono e sono i 3,8 milioni di euro di fondi europei del PON Metro già reperiti da Marino. Il problema è che è evidente che la Giunta e l’Amministrazione comunale non sanno come fare. Anche perché il piano di superamento dei due campi, il cui obiettivo dichiarato era quello di arrivare alla chiusura entro il 2020 già in partenza avrebbe coinvolto solo una piccola percentuale dei residenti. Poco dopo Virginia Raggi ha annunciato il “superamento” di un altro Campo: il Camping River in via Tenuta Piccirilli. Tra tutti gli insediamenti della Capitale il River era stato considerato fino a quel momento il meno problematico, e forse è per questo che l’Amministrazione comunale ha deciso di partire proprio da lì con l’esperimento.

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Fonte: Il Messaggero del 25/05/2018

L’idea era quello di svuotarlo completamente, favorendo la fuoriuscita dei residenti verso altre soluzioni abitative. Il piano ne contemplava due. La prima era la possibilità di accedere ad una misura di sostegno per l’affitto di appartamenti privati. La seconda invece prevedeva un finanziamento comunale per l’acquisto di “moduli abitativi”. Ovvero gli stessi moduli dove i circa 420 residenti del River – tra cui diversi minori e persone con gravi problemi di salute – abitavano e che naturalmente non possono essere posizionati ovunque (ma all’interno di altri campi o terreni destinati a diventarlo).

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Dal momento che il Comune non ha minimamente facilitato le procedure di reperimento degli alloggi (e che il contributo economico aveva una durata di sei mesi) nessun residente del campo ha potuto stipulare un contratto d’affitto. Del resto era prevedibile che le agenzie di locazione non avessero alcun interesse a sottoscrivere un contratto con famiglie in gravi difficoltà economiche che dopo sei mesi avrebbero smesso di pagare l’affitto.

Camping River: bonus per chi ospita i Rom e rimpatrio assistito

Ma tant’è, a quel punto i Rom non sarebbero più stati un problema dell’Amministrazione capitolina. A lungo le associazioni e i residenti del River hanno denunciato che questo era il modo sbagliato di favorire “l’inserimento sociale”. Alla fine è successo che il campo è stato formalmente chiuso nel settembre 2017 ma con i suoi abitanti dentro. La differenza con la situazione precedente? Ora il campo era diventato illegale e abusivo.

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La Giunta a 5 Stelle però non ha mai voluto ammettere che il piano di superamento era ormai diventato un fallimento conclamato. Mentre al River continuavano a sorgere nuovi problemi (tra cui una crisi sanitaria) nessuno dei pentastellati ha avuto coraggio di dire che le cose non stavano funzionando per il verso giusto. Anzi, proprio ieri sera la sindaca ha parlato a Piazza Pulita del piano di superamento dei campi specificando che si tratta di una misura importante. Eppure al River non è cambiato nulla e alla Monachina e alla Barbuta ancora devono essere avviati i piani d’intervento.

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Ecco quindi l’idea geniale. Con la delibera di giunta numero 70 del 17 aprile 2018 la Giunta è intervenuta ad integrare il piano di superamento per il River. Le novità sono due. La prima è la possibilità di concedere il “bonus” finanziario (fino a 10.000 euro per nucleo familiare) anche a soggetti privati che si offrono di prestare ospitalità ai nuclei familiari che vivono nel Campo (ovviamente quelli che ci abitavano prima della “chiusura” non quelli che ci sono entrati “illegalmente” in questi mesi). Nella delibera si legge: «in tale contesto appare utile, sulla scorta delle esperienze condotte da altri comuni italiani, per agevolare l’accesso delle persone rom al mercato immobiliare privato, introdurre modalità che tutelino ed incentivino i proprietari di immobili a locare gli alloggi agli ex ospiti del campo e nel contempo, favoriscano l’autonomia e la responsabilità dei beneficiari» ad esempio estendendo la durata dei contratti di locazione da due a
tre anni.

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La protesta di alcuni residenti del River [Fonte: Nazione Rom via Facebook.com]
La soluzione è la classica misura tampone che non risolve nulla, perché sposta il problema poco più in là (sia dal punto di vista geografico che temporale). Altra brillante idea è il bonus (dai 1.000 ai 3.000 euro) per le misure di inserimento lavorativo nei paesi d’origine dei Rom. L’idea della Raggi (in linea con il contratto di governo Lega-M5S) è quella di superare il campo con le misure di rimpatrio assistito volontario. Ad oggi però non risulta che qualcuno abbia fatto domanda. Mancano infatti misure strutturali che consentano davvero ai residenti di uscire dalla situazione i marginalità. Il risultato sarà proprio quello che la Raggi ieri ha detto di non volere: ovvero chiudere un campo per mandare Rom e Sinti in altri campi. Esattamente il contrario di quello che prevedono la strategia nazionale e quella europea.

 

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