Buoni spesa: i nuovi aiuti alimentari dei comuni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-11

In molte città i fondi per i buoni spesa sono finiti da tempo e le persone hanno bisogno. «Se ci avessero dato altri 400 milioni saremmo stati in grado di intervenire ancora», prosegue Decaro

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I Comuni chiedono altri buoni spesa per gli aiuti alimentari alle famiglie. I 400 milioni stanziati dal governo per l’emergenza alimentare in pieno lockdown – con un’ordinanza di Protezione civile per fare più in fretta, la numero 658 del 29 marzo – sono arrivati a un milione e mezzo di famiglie, circa 4,3 milioni di cittadini, calcola ora l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Inciampi a parte, come gli 11 mila buoni ancora non ritirati a Roma e giacenti negli uffici postali. Il 65% dei Comuni ha erogato contributi tra 200 e 400 euro, il 21% sopra i 400 euro, il 14% sotto i 200 euro. Un terzo dei sindaci ha preferito portare la spesa a casa. Gli altri hanno optato per il buono. Ma non basta. Spiega oggi Repubblica:

In molte città i fondi per i buoni spesa sono finiti da tempo e le persone hanno bisogno. «Se ci avessero dato altri 400 milioni saremmo stati in grado di intervenire ancora», prosegue Decaro. «Ma il governo – che pure ci aveva consultato – ha preferito mettere i soldi sul Rem, il Reddito di emergenza. In qualche modo faremo. I servizi sociali dei Comuni devono dare una risposta in ogni caso». Anche Caritas Italiana – che in questo periodo di emergenza registra un +105% di accesso ai servizi – segnala un incremento delle richieste di aiuto alimentare: +90% a Potenza, tra +30 e +60% a Castellaneta in Puglia, +35% a Trieste, addirittura +563% a Siracusa. Nella diocesi di Milano 16.500 famiglie, di cui 5 mila in città, hanno bisogno del pacco spesa. A Roma servono, al netto delle donazioni, 50 mila euro in più per gli empori e 30 mila euro per i pasti nelle mense. Il Vaticano ha appena messo un milione di euro in un fondo per la Capitale: Comune e Regione ne hanno aggiunto un altro.

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Buoni spesa: gli aiuti alimentari alle famiglie (La Repubblica, 11 giugno 2020)

«L’emergenza alimentare, seppur meno pressante di qualche settimana fa, continua», spiega don Andrea La Regina. «E poi c’è chi ha accumulato debiti, bollette, rate. Le persone non hanno lavoro. Gli aiuti del governo tardano. I giovani sono scoraggiati. E il Rem taglia fuori i più fragili: troppe condizioni e burocrazia». Lo stesso Rem – nato come costola del reddito di cittadinanza – si sta rivelando un’arma spuntata. La domanda per avere due mensilità da 400 a 800 euro – a seconda dei componenti famigliari – scade tra venti giorni, il 30 giugno. E sin qui sono arrivate solo 244 mila richieste su 868 mila finanziate per un totale di 2 milioni di beneficiari ipotizzati: il 28% appena. Lecito ora chiedersi come saranno spesi i soldi che avanzeranno dai 955 milioni stanziati.

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