Economia

I tre fondi speculativi che scommettono contro l’Italia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-02

Bridgewater, Aqr e Marshall Wace prevedono instabilità politica e puntano a guadagnarci. 14 miliardi di euro in vendite allo scoperto finora registrate sulle aziende quotate italiane: le locuste immaginano che dopo il voto ci sarà instabilità politica

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Tre grandi fondi speculativi scommettono contro l’Italia. Bridgewater, Aqr e Marshall Wace prevedono instabilità politica e puntano a guadagnarci. Il fondo del miliardario Ray Dalio, il più grande hedge fund al mondo, dallo scorso ottobre ha triplicato le sue posizioni al ribasso sulle società italiane, portandole da 1,1 a 3 miliardi di dollari (circa 2,4 miliardi di euro). Nel mirino di Bridgewater è finita quasi la metà delle blue chip del Ftse Mib, l’indice delle società a maggiore capitalizzazione: un paniere di 18 azioni (erano 8 ad ottobre) che, secondo Dalio, sono destinate a scendere.

I tre fondi speculativi che scommettono contro l’Italia

In testa alla scommessa del fondo c’è Intesa, “shortata” per l’1% del capitale, davanti a Enel ed Eni (0,9% per entrambe), Unicredit, Banco Bpm, Bper e Prysmian (0,7%), Generali, Azimut e Ubi (0,6%) e, infine, Unipol, Terna, Snam, Mediobanca, Moncler, Leonardo, Fineco e Atlantia (0,5%). Le posizioni cosiddette “corte” si costruiscono, a titolo indicativo e non esaustivo, anche prendendo a prestito e vendendo azioni, per poi riacquistarle successivamente a un prezzo (si spera) più basso e restituirle a chi le ha prestate. Se la scommessa riesce, il guadagno corrisponderà alla differenza (negativa) accumulata nel frattempo dal titolo. Secondo “il genio” Dalio, spiega oggi su Repubblica Andrea Greco, dovrebbero scapicollare nei prossimi mesi, quando la situazione politica a Roma potrebbe essere caotica e la Bce avrà smesso di sostenere — comprandoli per miliardi ogni mese — il prezzo dei Btp italiani.

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Le scommesse contro l’Italia nella tabella del Sole 24 Ore (2 febbraio 2018)

Anche il fondo hedge di Chicago Aqr ha posizioni al ribasso su azioni italiane, per 1,3 miliardi, concentrate sulle maggiori banche e sui petroliferi Saipem e Tenaris. Così pure il fondo londinese Marshall Wace, che punta al tonfo delle banche Ubi e Banco Bpm, al vaglio della Bce sui crediti difficili.

Bridgewater, AQR e Marshall Wace

Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Andrea Franceschi fa sapere che la banca dati S&P Market Intelligence ha censito vendite allo scoperto sul mercato azionario europeo per un controvalore, agli attuali corsi di Borsa, di ben 14 miliardi di euro. Una scommessa non da poco su un mercato, quello delle Borse europee, che nell’ultimo anno è andato molto bene. E non esente da rischi, visto che uno dei fondi oggi protagonisti delle speculazioni sulle aziende italiane ha venduto da marzo 2017 allo scoperto azioni Fineco scommettendo su un ribasso che non è mai arrivato (anzi, il titolo ha guadagnato l’85%).

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Ma le “locuste” evidentemente immaginano una situazione di instabilità che potrebbe protrarsi per molti mesi dopo le elezioni del 4 marzo, con una situazione di stallo per l’impossibilità di formare un governo anche a causa della mancanza di una maggioranza sia alla Camera che al Senato. Anche se gli ultimi sondaggi danno per più probabile l’ipotesi che il centrodestra riesca a raggiungerla, quella maggioranza, a Palazzo Madama trovandosi così spalancate le porte di Palazzo Chigi.

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