Il boss Gaetano Scotto e il reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-20

Lo ha dichiarato lui stesso oggi durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip. L’inchiesta che lo coinvolge, coordinata dalla dda di Palermo, ieri ha portato in cella otto mafiosi del clan dell’Arenella

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Il boss Gaetano Scotto, arrestato ieri con l’accusa di associazione mafiosa, percepisce il reddito di cittadinanza. Lo ha dichiarato lui stesso oggi durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip. L’inchiesta che lo coinvolge, coordinata dalla dda di Palermo, ieri ha portato in cella otto mafiosi del clan dell’Arenella guidato secondo gli inquirenti proprio da Scotto. Il capomafia, coinvolto nell’indagine sulla strage di Via D’Amelio, era stato scarcerato nel 2016.

Il boss Gaetano Scotto e il reddito di cittadinanza

Scotto era anche a bordo del peschereccio che trasportava la statua di Sant’Antonio da Padova, in occasione dei festeggiamenti in onore del patrono dell’Arenella. I fatti risalgono a giugno 2016. “La presenza del boss a bordo dell’imbarcazione privata che trasportava la statua del Santo – si legge in una nota dell’Arcidiocesi – non è riconducibile in alcun modo né alla Confraternita Sant’Antonio di Padova all’Arenella (organizzatrice dei festeggiamenti) né tanto meno alla parrocchia di Sant’Antonio di Padova. Se qualcuno, e tra questi Scotto, ha deciso di salire a bordo fuori dalle procedure che devono essere normalmente seguite, ciò non è minimamente ascrivibile alla responsabilità degli organizzatori dei festeggiamenti e della parrocchia del luogo”.

gaetano scotto
Foto da Il Fatto Quotidiano

Scotto è una delle dieci persone accusate ingiustamente della strage Borsellino e adesso parte civile nel processo sul depistaggio che è in corso a Caltanissetta. Scrive Il Fatto Quotidiano che è indagato anche per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida insieme al boss Nino Madonia. Nei giorni scorsi il procuratore generale Roberto Scarpinato ha inviato un avviso di chiusura indagine, che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio. Agostino e la moglie furono assassinati davanti alla loro casa di villeggiatura a Villagrazia di Carini la sera del 5 agosto 1989. In questi 31 anni l’inchiesta si è dovuta confrontare con molte ombre e con tentativi di depistaggio contro i quali si è battuto il padre di Nino, Vincenzo Agostino. Scotto ha sempre negato di appartenere alla mafia e di essere coinvolto nell’omicidio di Villagrazia di Carini.

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