Partite Iva, ipotesi bonus a 800 euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-31

La misura entrerà nel decreto legge che il governo ha intenzione di varare subito prima di Pasqua. Servono quasi 9 miliardi. A cui aggiungere un altro miliardo almeno – totale 10 miliardi – per coprire anche 2 milioni di precari, ovvero lavoratori discontinui, senza più entrate

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Il bonus per le Partite IVA dovrebbe a breve arrivare a 800 euro. Con il provvedimento di aprile il governo pensa di far salire l’importo ma non per tutti, «con un minimo di selettività in più», come dice il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani. La misura entrerà nel decreto legge che il governo ha intenzione di varare subito prima di Pasqua. Spiega oggi Repubblica che servono quasi 9 miliardi. A cui aggiungere un altro miliardo almeno – totale 10 miliardi – per coprire anche 2 milioni di precari, ovvero lavoratori discontinui, senza più entrate: questa la novità. A loro andrebbe un mini-reddito di emergenza da 400-500 euro, potendo però dimostrare di aver lavorato almeno 4 settimane negli ultimi 2 anni. Una strategia per coprire una platea vasta che sommando dipendenti in cassa integrazione, autonomi e lavoratori non tutelati, supera i 10 milioni di lavoratori a rischio. Ci sono due strade per il governo:

Da un lato, ampliare i percettori dei 600 euro applicando il quoziente famigliare: nessuno prenderebbe meno dei 600 euro assicurati a marzo, chi ha figli avrebbe di più. Dall’altro lato, sospendere il Reddito di cittadinanza e sostituirlo con il Rem, il Reddito di emergenza, allentando requisiti e sanzioni per renderlo fruibile agli esclusi da Cassa integrazione o 600 euro: badanti, lavoratori atipici e sommersi. Un punto dolente questo. Perché i lavoratori in nero, secondo l’Istat, sono 3,7 milioni. La discussione è rimandata per qualche ora, anche se il tempo preme e Palazzo Chigi punta a licenziare il secondo decreto legge per l’economia prima di Pasqua.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il premier Giuseppe Conte attendono di vedere come andrà il flusso di richieste – a partire da domani – dei 600 euro. Possono fare domanda fino a 5 milioni tra partite Iva, cococo, stagionali, commercianti, artigiani, lavoratori dello spettacolo, agricoli: tanti ne copre il decreto Cura Italia del 17 marzo che ha stanziato per loro 3 miliardi. Ci sono poi anche 500 mila professionisti iscritti alle Casse – ingegneri, architetti, avvocati, ecc. – che potranno ottenere i 600 euro (stanziati 200 milioni), ma alle condizioni di ciascun Ordine, eventualmente anche rispettando paletti reddituali.

mappa misure sostegno professionisti coronavirus
La mappa delle misure di sostegno a professionisti e partite IVA (Il Sole 24 Ore, 30 marzo 2020)

Gli attuali beneficiari dell’indennità da 600 euro sono oltre 2,2 milioni di lavoratori autonomi, dei quali quasi 677 mila con dipendenti, fermi per i decreti dell’11 e del 25 marzo, una quota consistente della platea di 5,3 milioni rilevata dall’Istat.

Ma non sono i soli: i tre miliardi stanziati dal decreto andranno anche a beneficio di collaboratori coordinati e continuativi, stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, operai agricoli e lavoratori dello spettacolo. Confcommercio calcola che solo tra i propri iscritti presenteranno la domanda all’Inps 1,8 milioni di commercianti e 300 mila professionisti. Confesercenti fa un calcolo più ampio, che include anche i braccianti e gli artigiani, oltre che gli autonomi, e ritiene che la platea potenziale sia di tre milioni e mezzo di lavoratori, e che almeno l’80/90 per cento faccia richiesta. Sono poi da aggiungere gli agenti di commercio iscritti all’Enasarco, 230 mila: in prima battuta erano stati esclusi, ma due giorni fa il ministero dell’Economia ha chiarito la questione, affermando che rientrano tra le categorie beneficiarie indicate dall’art.28 del decreto dell’11 marzo.

A chiedere l’indennità potrebbero essere poco più di 100 mila. Ci sono poi i professionisti che versano i contributi alle Casse degli Ordini. Inizialmente per loro non era stata prevista alcuna forma di sostegno al reddito, almeno per il mese di marzo. Successivamente il governo ha loro riservato 200 dei 300 milioni messi a disposizione per “il reddito di ultima istanza”, destinato ai lavoratori non beneficiari di alcun altro tipo di bonus. Anche loro percepiranno un assegno di 600 euro, se rientrano nei requisiti (non avere avuto l’anno precedente un reddito superiore a 35 mila euro, oppure avere ridotto o sospeso l’attività con una perdita di almeno il 33% di entrate nel caso in cui l’anno precedente il reddito abbia raggiunto i 50 mila euro).

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