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Blutec Termini Imerese, i vertici agli arresti per malversazione

neXtQuotidiano 12/03/2019

Al centro del caso Blutec emerso nei mesi scorsi anche la restituzione di 20 milioni a Invitalia. Stabilita una misura interdittiva concernente il divieto per la durata di 12 mesi di esercitare imprese

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Il presidente del consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato della Blutec di Termini Imerese sono stati posti agli arresti domiciliari. La società che si è insediata nell’ex stabilimento FIAT è accusata di malversazione ai danni dello Stato ed è in esecuzione un decreto di sequestro dell’intero complesso aziendale e di beni per oltre 16,5 milioni di euro.

Blutec Termini Imerese, i vertici agli arresti per malversazione

Il blitz è scattato nell’ambito di un’attività investigativa coordinata dalla procura della Repubblica di Termini Imerese. I finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip Termitano per il reato di malversazione a danno dello Stato. Al centro del caso Blutec emerso nei mesi scorsi anche la restituzione di 20 milioni a Invitalia. Stabilita una misura interdittiva concernente il divieto per la durata di 12 mesi di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Contestualmente, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale e delle relative quote sociali della Blutec, nonché delle disponibilità.

Secondo l’accusa Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi avrebbero distratto 16 dei 21 milioni di euro di contributi statali che dovevano rappresentare una grande occasione di sviluppo per 700 lavoratori. A Roberto Ginetta e Cosimo Di Cursi è stata notificata anche una misura interdittiva, per la durata di 12 mesi, che riguarda il divieto di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

La Blutec di Termini Imerese e il ministro Di Maio

Da tempo gli operai sono in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento, sotto accusa la mancata attuazione del piano industriale e soprattutto il silenzio del MISE Luigi Di Maio il 26 ottobre 2018 lanciava un collegamento in diretta su Facebook assieme ai lavoratori della Blutec durante il quale avrebbe annunciato che «non possiamo più cedere al ricatto occupazionale di chi viene qui a dire “tu mi dai i sodi altrimenti licenzio” e poi allo stesso tempo prendi i soldi e non fai lavorare le persone. Questo è solo un modo per sfruttare le sofferenze della gente».

Ma come è già successo in altre occasioni Di Maio ha dimenticato quelle promesse e ieri gli operai, alla soglia dell’esasperazione, hanno occupato la sede del Comune di Termini Imerese. Un mese fa i segretari di Fim Fiom e Uilm, Ludovico Guercio, Roberto Mastrosimone e Vincenzo Comella hanno appreso che nonostante le numerose rassicurazioni e promesse del bisministro del lavoro e dello Sviluppo Economico «ci sarebbero delle perplessità da parte degli uffici preposti del ministero alla firma del decreto per il rinnovo della cassa integrazione per i lavoratori di Blutec e dell’indotto a Termini Imerese nonostante sia stato firmato l’accordo a gennaio per la proroga».

La Fiom: fine di un bluff

La Fiom siciliana commenta a caldo: “Il grande bluff è stato svelato, il quadro si è chiuso”. Intanto i lavoratori stanno assistendo al sequestro da parte dei finanzieri che si trovano negli uffici amministrativi. Uomini della guardia di finanza si trovano all’interno della fabbrica Blutec di Termini Imerese per eseguire il sequestro dei cespiti su disposizione della Procura

Leggi anche: Come Di Maio ha “risolto” la crisi dei lavoratori della Blutec di Termini Imerese

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