Blackout Challenge: cos’è l’assurdo gioco che ha ucciso Igor Maj
Un ragazzo di 14 anni è stato trovato morto a casa sua, impiccato con una corda. Inizialmente gli inquirenti hanno pensato ad un suicidio, ma i genitori hanno scoperto che il figlio era morto accidentalmente dopo aver partecipato ad un tristemente famoso “gioco” di moda tra gli adolescenti

Oggi a pomeriggio si terranno a Milano i funerali di Igor Maj. Igor era un ragazzo di 14 anni appassionato di arrampicata in montagna. È stato trovato impiccato con una corda da roccia a casa il 6 settembre. I Carabinieri hanno subito pensato ad un suicidio, ma secondo i genitori di Igor la spiegazione è un’altra. L’hanno trovata tra gli ultimi video visti su YouTube dal figlio e hanno affidato al sito Pareti.it un appello a tutte le mamme e i papà. Secondo loro infatti Igor è morto perché ha “partecipato” ad un gioco pericoloso: il blackout challenge.
Il gioco mortale di procurarsi un’ipossia cerebrale
Il blackout challenge, noto anche come pass-out challenge o chocking game è una “sfida” pericolosa. Il gioco esiste da molto tempo ma il fatto che in Rete e sui social si trovino video che spiegano come fare ne ha contribuito alla diffusione su scala globale. L’obiettivo del “gioco” è quello di sperimentare gli effetti di una momentanea e volontaria deprivazione di ossigeno. Le ragioni per cui gli adolescenti decidono di partecipare al blackout sono varie e riguardano la storia personale. Ad esempio c’è chi lo fa perché in qualche modo sente la pressione dei coetanei che considerano la cosa come un rito di passaggio (utile magari a distinguere i “fifoni” dai “duri”), ma c’è anche chi lo fa per provare il “brivido” alla ricerca di un’emozione forte. In altri casi invece il fainting game è connesso all’abuso di sostanze stupefacenti e sarebbe un modo “economico” per procurarsi uno sballo momentaneo. La mamma di Igor ha scritto ai Ragni di Lecco, un gruppo di arrampicata, per spiegare cosa è successo al figlio e avvertire quanti più genitori possibile. Ha chiesto di divulgare il risultato dell’indagine per avvertire dell’esistenza di questo pericolo mortale.
Il “gioco” è famoso in tutto il mondo e anche in Italia Igor non è stata la prima vittima. A febbraio un quattordicenne di Tivoli si è impiccato con il cavo della sua Playstation. Qualche giorno prima aveva mostrato al padre uno dei tanti video che spiegano come cimentarsi nella sfida. Il blackout ha poco a che vedere con la storia della Blue Whale dove secondo la vulgata c’è qualcuno a dirigere il gioco. E a differenza della bufala raccontata dalle Iene sono numerosi i casi di vittime di chocking game. Si gioca da soli, senza fare annunci particolari. Semplicemente si prova. Ed ovviamente quando si sperimenta l’ipossia senza nessuno intorno ad aiutare le conseguenze possono essere tragiche. Sul caso di Igor May il pm di Milano Mauro Clerici ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati ed è in attesa degli esiti dell’autopsia e della relazione degli investigatori sugli accertamenti effettuati sullo smartphone del 14enne, che è stato posto sotto sequestro. Stando a quanto ricostruito dalla Procura, l’adolescente non aveva manifestato negli ultimi tempi nessun problema particolare, a scuola andava bene ed era descritto da chi gli era vicino come un ragazzo esuberante e appassionato delle scalate in montagna, una passione ereditata dal padre. Tra gli ultimi video consultati sullo smartphone da Igor, viene confermato in ambienti giudiziari, ce n’era uno molto popolare su Youtube che ha raccolto circa un milione di visualizzazioni e descrive con l’aiuto delle immagini cinque sfide “pericolosissime“. Un filmato ambivalente che, se da un lato sembra voler mettere in guardia i ragazzi, dall’altro mostra come nella pratica si possano affrontare queste ‘sfide’.
Cos’è il blackout game?
Il blackout game è in circolazione da più di un decennio. Gli adolescenti lo fanno perché lo vedono fare su Internet o sui social, perché un amico o un compagno di classe lo ha fatto. Anche quando non ha conseguenze mortali è un gioco stupido: l’unico obiettivo è provocare uno svenimento a causa della mancanza di ossigeno al cervello. La morte in questi casi non è mai intenzionale, è solo una drammatica conseguenza di cimentarsi in un’attività molto pericolosa. Il problema è che quando una persona sviene rischia di cadere a terra, battere la testa, ferirsi. Insomma magari il pass-out game in quel caso non è la causa diretta della morte o di qualche lesione, ma è la causa principale.
A volte invece lo scopo è un altro. Ci sono alunni che trovano molto utile riuscire a “svenire a comando”, ad esempio quando sono a scuola. Ecco che su Internet ci sono altri tutorial che spiegano come provocare uno svenimento per riuscire a saltare la lezione o un esame. Alcuni di questi “turorial” sono volutamente delle prese in giro dove le persone fingono di svenire, ma un adolescente non sempre è in grado di distinguere il sarcasmo e magari prova a cimentarsi in questa rischiosa attività. Addirittura il CDC statunitense ha pubblicato una serie di rapporti sulle morti accidentali causate dal chocking game. Nel 2008 sono stati 82 i casi di adolescenti morti in seguito al chocking game. I genitori di Igor Maj hanno rivolto un appello: «fate il più possibile per far capire hai vostri figli che possono SEMPRE parlare con voi, qualunque stronzata gli venga in mente di fare devono saper trovare in voi una sponda, una guida che li aiuti a capire se e quali rischi non hanno valutato. Noi pensiamo di averlo sempre fatto con Igor, eppure non è bastato. Quindi cercate di fare ancora di più, perché tutti i ragazzi nella loro adolescenza saranno accompagnati dal senso di onnipotenza che se da una parte gli permette di affrontare il mondo, dall’altra può essere fatale».