Binge Drinking: i giovani e l’alcool

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-09

Il fenomeno è presente da Nord a Sud e nell’ultima relazione al Parlamento del ministero della Salute si dice che nel 2018 il 17% dei 38mila intossicati da alcol portati negli ospedali aveva meno di 14 anni

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In Italia è allarme per i minorenni che arrivano al Pronto soccorso in stato di grave ubriachezza. Il fenomeno è presente da Nord a Sud e nell’ultima relazione al Parlamento del ministero della Salute si dice che nel 2018 il 17% dei 38mila intossicati da alcol portati negli ospedali aveva meno di 14 anni. Spiega oggi il Corriere della Sera che fra i 15 e i 17 anni sono in crescita i casi di «binge drinking», l’abbuffata alcolica finalizzata a ubriacarsi. Finiscono in ospedale più spesso le ragazze dei ragazzi perché gli enzimi del fegato femminile hanno meno capacità di metabolizzare l’alcol. E comunque la non metabolizzazione comporta rischi elevati (anche a fronte di piccole quantità di alcol) almeno fino a 21 anni, perché fino a quell’età (su un fisico non ancora formato) l’alcol non assorbito circola così com’è e causa intossicazioni. Interagisce con i neuroni e ne pregiudica il funzionamento, per esempio, con possibile perdita di memoria e orientamento.

Se gli si chiede perché i giovani e giovanissimi arrivano a bere così tanto, Emanuele Scafato — direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di Sanità —risponde che «molto  dipende dalla struttura della famiglia», che per gli adolescenti spesso «l’alcol ha valore disinibente», che alcuni (specie chi si sente a disagio in gruppo) lo vede come una sorta di pozione magica per migliorare le capacità di interazione e seguire quel che fa il gruppo.

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Binge Drinking: i giovani e l’alcool (Corriere della Sera, 9 gennaio 2019)

Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza di Milano, spiega che «in effetti il condizionamento del gruppo è molto più forte per l’alcol che per il fumo e lo è di più per le ragazze che per i maschi». Ancora il dottor Scafato: «Tutte le evidenze ci dicono che più si è giovani nell’avvinarsi all’alcol più si rischia di sviluppare dipendenza. Quando si dice “perdere il controllo” si intende perdere razionalità, coordinamento, pianificazione. Significa diventare impulsivi e inconsapevoli. Ecco. L ’alcol fa tutto questo perché stacca la corteccia prefrontale, quella, appunto, della razionalità e del controllo. No razionalità uguale no percezione del rischio.E quindi,per dirne una, vado a 150 km orari dove dovrei andare a 50».

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