Bibbiano, l’intercettazione della bimba sgridata perché non parla di abusi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-19

L’audio permette di ascoltare le parole della donna che maltratta la piccola tolta alla famiglia: «Scendi, io non ti voglio più», grida la donna

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Ieri il TG regionale dell’Emilia Romagna ha diffuso un’intercettazione agli atti dell’inchiesta su Bibbiano  e già raccontata nelle cronache dell’epoca in cui si sentono le urla contro una bimba lasciata da sola sotto al temporale perché non testimoniava i falsi abusi: l’audio permette di ascoltare le parole della donna che maltratta la piccola tolta alla famiglia: “Tu non ci scrivi perché c’hai paura di scrivere, perché le cose che devi scrivere adesso sono talmente profonde che non ti va più di scriverci. Non ci vuoi neanche andare vicino”. E ancora: «Scendi, io non ti voglio più», grida la donna, madre affidataria.

Bibbiano, l’intercettazione della bimba sgridata perché non parla di abusi

La testimonianza audio amplifica la drammaticità di un episodio che era già emerso dalle carte dell’inchiesta. I giudici descrivono una bambina oggetto di vessazioni psicologiche del tutto gratuite, dettate dall’esigenza di denigrare i genitori naturali. La piccola viene sbattuta fuori dall’auto in una giornata di pioggia del 20 novembre, come punizione per il fatto che non voleva ammettere di ‘pensare’ quello che la madre affidataria riteneva che Anna (nome di fantasia della bimba, ndr), stesse ‘pensando’.

La donna intima alla bambina di rivelare il male fattole dai genitori naturali. “Pensi che? – dice – Anna pensa che??? (urlando sempre di più, ndr) Daii! Quando mi vedi davanti al telefono Anna pensa che??? Dai dillo!!!” La bimba dice che non riesce a parlare con la donna e che ritiene di avere ragione. A questo punto l’affidataria ferma la macchina e urla “Porca puttana… porca puttana vai da sola a piedi… porca puttana! Scendi! Scendi! Non ti voglio più”. Si sente aprire lo sportello e si sente lo scrosciare della pioggia. La donna continua: “Io non ti voglio più, scendi!”. La bimba appare impaurita e dice con voce tremolante: “Perché…” C’è poi un altro audio mandato in onda oggi. È la stessa donna che parla alla medesima bambina, ma stavolta le rimprovera di non mettere nero su bianco su un quaderno gli abusi che avrebbe subito in passato: “Tu non ci scrivi – dice – perché c’hai paura di scrivere, perché le cose che devi scrivere adesso sono talmente profonde che non ti va più di scriverci. Non ci vuoi neanche andare vicino”. E dagli atti la conversazione prosegue, sempre urlando: “Anziché dire… io sono così perché mi è successo questo! Piuttosto che dare la colpa a quelli che ti hanno fatto male dai la colpa a quelli che ti vogliono bene!”. “Anziché dire sono stati loro (i genitori naturali, ndr) a farmi male no… sono Michela e Andrea (nomi di fantasia della coppia affidataria, ndr) che mi sgridano… troppo comodo”.

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La bambina è infatti protagonista di un altro dialogo intercettato e citato nell’ordinanza per spiegare come i bambini venissero di fatto plagiati, in modo da formare false relazioni. “Ma io non mi ricordo perché non li posso più vedere”, diceva la bambina nell’ottobre 2018. “Ma non ti ricordi che hai detto che (tuo padre, ndr) non lo volevi più rivedere? Io ricordo questo”, risponde una psicologa, indagata. Ma la bambina: “Non ho detto questo”. “Sì, hai detto che non volevi vederlo perché avevi paura che ti facesse del male”, le rispondeva l’affidataria.

L’inchiesta ha portato a fine giugno a 18 misure cautelari e si è concentrata su 6-7 casi e alcune figure chiave. Uno scandalo diventato terreno di scontro politico perché tra gli indagati, ora ai domiciliari, c’è anche il sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti, accusato di abuso d’ufficio e falso ideologico. Il leader della Lega Matteo Salvini oggi torna a gridare “vergogna”, “sono dei mostri, non esseri umani. Per loro tanta galera e nessuna pietà”.

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