Le denunce delle famiglie delle vittime di Covid a Bergamo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-08

Le prime cinquanta denunce dei familiari delle vittime del Coronavirus a Bergamo saranno presentate mercoledì in procura. Ma se ne attendono fino a 200 secondo il comitato Noi Denunceremo, presieduto da Luca Fusco

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Le prime cinquanta denunce dei familiari delle vittime del Coronavirus a Bergamo saranno presentate mercoledì in procura. Ma se ne attendono fino a 200 secondo il comitato Noi Denunceremo, presieduto da Luca Fusco, commercialista di Brusaporto a cui COVID-19 ha portato via il padre Antonio. Si tratta di esposti firmati da chi ha perso genitori, fratelli, parenti vicini ricoverati in ospedale o ospiti nelle Rsa. O che sono morti in casa perché era troppo tardi per portarli in ospedale. Sul sito di «Noi denunceremo» — e sulla pagina Facebook l’associazione ha già raccolto oltre 50mila iscritti — compaiono storie come quella scritta da Monica Plazzoli, 54 anni e tre figli, che al Giovanni XXIII di Bergamo ha perso il marito Armando Invernizzi, artigiano di 66.  Racconta che «le cure sono state troppo tardive, sono convinta che, se non fosse stato obbligato a stare a casa per una settimana, i suoi polmoni non si sarebbero deteriorati e si sarebbe potuto salvare».

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“Siamo stufi di avere mezze risposte e di non avere verità, vogliamo verità perché solo con la verità possiamo avere giustizia. Mercoledì depositeremo le prime 50 denunce alla procura di Bergamo e non ci fermeremo finché non avremo accertato perché è successo questo”, ha detto, a ‘Mezz’ora in più’, il presidente del Comitato ‘Noi denunceremo’, Luca Fusco, che riunisce parenti di vittime del Covid. “Pensiamo ci abbiano riempito di bugie, il sistema sanitario lombardo di fronte all’epidemia è completamente saltato”, ha aggiunto Fusco. In collegamento, oltre a Fusco, anche due esponenti del Comitato che hanno raccontato le loro drammatiche testimonianze. Cristina Longhini ha spiegato di aver perso il papà deceduto in ospedale dove era stato ricoverato solo dopo un’agonia di diversi giorni in casa e ha sottolineato: “Spero che Mattarella voglia incontrare noi come comitato e i famigliari delle vittime. Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, sia di destra che di sinistra”. Ilcoordinatore di «Noi denunceremo» chiarisce «che nelle indagini penali la responsabilità è personale. Per questo nei nostri esposti abbiamo sempre specificato — puntualizza Fusco— che il personale sanitario non c’entra. Noi stiamo con medici e infermieri. Il problema è complessivo e consiste nel fatto, tra i tanti, che di ambulanze ce ne fossero cento quando ne servivano 500. Oppure nella carenza di posti letto che a lungo non ci sono stati: quello che chiediamo è semplicemente la verità».

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