«Basta acconti e saldi sulle tasse, si paghi solo su quanto si incassa»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-22

Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, oggi in un’intervista al Corriere della Sera propone di superare il sistema di acconti e saldi e di pagare solo su quanto si incassa

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Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, oggi in un’intervista al Corriere della Sera propone di superare il sistema di acconti e saldi e di pagare solo su quanto si incassa. La proposta è quella di una radicale semplificazione degli adempimenti Irpef e Iva, che segnerebbe il passaggio da un prelievo sugli incassi presunti a uno sugli incassi effettivi o, come dice lui, dal fisco per competenza a quello per cassa, eliminando tra l’altro a monte non solo il sistema del saldo e acconto ma anche la formazione dei crediti fiscali e la conseguente attesa dei contribuenti per i rimborsi.

«La mia riflessione mira a superare lo stress e l’ansia che circa 4 milioni di contribuenti tra autonomi, professionisti e partite Iva vivono ogni anno in relazione a un calendario di scadenze fiscali, spesso soggetto a cambiamenti».

In pratica?
«Per le persone fisiche titolari di partita Iva e per le società di persone si tratterebbe di passare a un sistema di cash flow tax, cioè di tassazione per cassa. Si introdurrebbe un sistema di liquidazione periodica mensile o trimestrale delle imposte sui redditi basato sugli incassi e le spese effettivi. Questo eliminerebbe l’attuale sistema degli acconti e dei saldi, che genera l’ansia di doversi procurare una provvista per pagare le imposte in anticipo rispetto a un anno che ancora non si sa come andrà e poi per il saldo, magari andando in credito
con la conseguente attesa del rimborso».

ernesto maria ruffini agenzia delle entrate

Se governo e parlamento varassero domani questa riforma, quanto tempo ci vorrebbe all’Agenzia per renderla operativa?
«Pochi mesi. Magari si potrebbe andare per tappe. In una prima fase coinvolgendo solo le imprese minori in contabilità semplificata (fino a 400 mila euro di ricavi da servizi o 700 mila da beni) e i contribuenti in regime forfettario (partite Iva fino a 65 mila euro di ricavi), in tutto circa 3 milioni di soggetti. Poi, in una seconda fase, si potrebbero aggiungere autonomi, professionisti e società di persone in contabilità ordinaria, un altro milione circa. Quello che dovremmo fare noi per rendere operativa la riforma sarebbe l’implementazione del sistema informatico completando la fatturazione elettronica con l’evidenza telematica dell’incasso, che di regola avviene in un momento successivo, e delle spese effettive sostenute nel periodo di calcolo dell’imposta».

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