Quanto servirà ancora l’autocertificazione per gli spostamenti?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-23

Dentro il proprio comune si potrà girare senza autocertificazione, che invece servirà ancora se ci si spingerà oltre. Ma non fino a varcare i confini regionali, perché per girare liberamente lungo lo Stivale bisognerà aspettare il 28 maggio

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Quanto servirà ancora l’autocertificazione per gli spostamenti? A quanto pare – ma per adesso non ci sono annunci ufficiali – dopo il 4 maggio per spostarsi nella propria città e da comune a comune nella stessa regione non servirà più. Scrive oggi La Stampa che però questo potrebbe non valere per tutti:

Dentro il proprio comune si potrà girare senza autocertificazione, che invece servirà ancora se ci si spingerà oltre. Ma non fino a varcare i confini regionali, perché per girare liberamente lungo lo Stivale bisognerà aspettare il 28 maggio. Per gli over 70 più esposti al rischio Covid si ipotizza invece l’uscita in fascia protetta dalle 10,30 alle 18, per evitare il tran tran casa-lavoro.

Si ripropone quindi il tema delle limitazioni per gli anziani con patologie gravi anche oltre il 4 maggio, che ancora però deve essere definito. Si parla anche della possibilità di una fascia protetta 10,30-18 per l’uscita degli ultra 70enni. In più, già oggi ci sono aziende che stanno facendo sottoscrivere ai propri dipendenti dei moduli di autocertificazione in cui si attesta di non aver avuto contatti con casi positivi. «Non è una prassi censurabile – commenta con il quotidiano di Torino il segretario torinese della Fim, Davide Provenzano – ma c’è stato un caso in cui si è andato oltre e nel tentativo di scaricare sui lavoratori la responsabilità si richiedeva anche una cosa impossibile da accertare: i contatti con possibili asintomatici».

cosa riapre davvero il 4 maggio
Chi riapre il 4 maggio (La Stampa, 23 aprile 2020)

Dopo il 4 maggio, come abbiamo spiegato ieri, arriverà comunque una nuova autocertificazione per gli spostamenti fuori città:

Per le attività produttive si partirà, forse anche prima del 4 maggio,da quelle con gli indici di minor rischio: cantieri edili, automotive, moda, mobili e le reti di vendita a esse collegate. Tutte le aziende dovranno avere la “patente di sicurezza”, garantendo sanificazione degli ambienti, termoscanner, misurazione della saturazione all’ingresso, distanza di sicurezza e protezioni (mascherine e guanti). E, dove possibile, verrà adottato lo smart-working.

Queste misure dovranno però essere accompagnate da un potenziamento del trasporto pubblico per evitare il sovraffollamento di bus e metro: i passeggeri dovranno sedersi distanziati. Da uno scaglionamento delle aperture dei negozi e degli uffici fino a notte e da turni di lavoro anche nelweek-end.Non manca, nel piano, la realizzazione di nuovi Covid-Hospital in modo da poter fronteggiare un ritorno dell’epidemia. E la creazione di “zone rosse” in caso di focolai epidemici. In più verranno svolti test sierologici su 150mila cittadini: entro la settimana Arcuri aggiudicherà la gara bandita nei giorni scorsi. Per l’utilizzo dell’app di tracciamento dei contatti invece sarà necessario attendere qualche settimana: va testata e serve il via libera del Parlamento. Proprio Arcuri entro domenica emanerà poi un’ordinanza che fisserà il prezzo massimo di vendita di mascherine e guanti.

Nuova autocertificazione spostamenti
L’azione del governo

I termoscanner saranno un elemento essenziale per la ripartenza. Se i tecnici pensano a un «uso diversificato» delle mascherine (in strada anche quelle “fai da te”, ma per entrare in ogni locale pubblico serviranno quelle chirurgiche), riguardo alla misurazione della temperatura appaiono inflessibili: quando (presumibilmente verso il 18 o il 25 maggio) potranno riaprire i ristoranti, vi potrà entrare solo chi non ha alterazione. E una volta dentro, c’è chi ipotizza “tavoli di cortesia” dove il cameriere lascerà i cibi ordinati. Spetterà poi al cliente alzarsi e servirsi. Dopo il 4 maggio cambierà anche il sistema di autocertificazione. Non sarà più necessario per uscire di casa, ma solo per spostarsi in un’altra Regione: resterà molto difficile andare da Milano a Roma o da Napoli a Palermo. E viceversa. Deroga invece per chi vorrà raggiungere le seconde case.

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