Economia

Indovinate chi ha permesso l’aumento dell’addizionale Irpef?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-04

Il Governo del Cambiamento è fatto così: da un lato promette di abbassare le tasse, dall’altro permette ai comuni di alzarle. E loro lo fanno

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Il Governo del Cambiamento è fatto così: da un lato promette di abbassare le tasse e pesta i piedi perché quei cattivoni dei burocrati europei applicano le regole e non ci consentono di fare più debito. Dall’altra nella Legge di Bilancio 2019 – la famosa Manovra del Popolo – consente lo sblocco delle addizionali Irpef in modo di permettere ai comuni di aumentare le tasse. Poi tra qualche tempo qualcuno del governo dirà che i comuni sono cattivoni ad aumentare le tasse.

Indovinate chi ha permesso l’aumento dell’addizionale Irpef?

Accade infatti che 469 comuni abbiano infatti deciso di aumentare l’addizionale IRPEF dopo un primo conto di verifica provvisorio della Corte dei Conti. E, come dicono i giudici contabili, ad oggi soltanto la metà dei comuni ha trasmesso le delibere. Ci sono quindi buone probabilità che il conto raddoppi. Anche perché è possibile che molte amministrazioni locali abbiano deciso di rinviare l’aumento dell’addizionale IRPEF a dopo il voto per le europee per non danneggiare la propria parte politica. Ora che anche le elezioni per l’Europarlamento sono alle spalle il numero dei comuni che aumenterà l’IRPEF potrebbe aumentare:

Con riguardo a tale tributo, infatti, su 7.971 Comuni esistenti al 31 dicembre 2018, alla data del 9 maggio scorso risultano essere 3.510 quelli che hanno già trasmesso al Dipartimento delle finanze del MEF le delibere relative al 2019. Di questi, ben 3.173 Enti già avevano applicato l’aliquota massima (nella misura dello 0,8 per cento, fatte salve le deroghe a tale limite stabilite dal legislatore) già prima del 2019.

Di essi, 1.451 Comuni avevano adottato l’aliquota unica (monoaliquota) e 1.722 Comuni l’aliquota differenziata per fasce di reddito (multialiquota). In questo caso l’aliquota massima è da intendersi riferita agli scaglioni di reddito più elevato. Pertanto, relativamente a tali ultimi Comuni con articolazione per scaglioni, le possibilità di aumento hanno riguardato, eventualmente, gli scaglioni inferiori a quello più elevato.

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Dei 469 Comuni che hanno deliberato un aumento dell’aliquota, tra i complessivi 3.699 che hanno finora trasmesso le delibere relative al 2019, applicano l’aliquota unica 224 Enti (dei quali 109 applicano l’aliquota unica massima), mentre 245 Comuni hanno incrementato la misura delle aliquote applicabili per uno o più degli scaglioni inferiori a quello più elevato. Tredici Comuni, infine, risultano essere passati dalla multi-aliquota all’aliquota unica aumentando il prelievo.

In conclusione, può dirsi che oltre il 13 per cento dei Comuni che hanno finora trasmesso le informazioni si è avvalso della possibilità di aumentare l’Addizionale all’IRPEF. Tra quelli che avevano effettivo margine di incremento e che avevano adottato la monoaliquota la percentuale scende al 10 per cento, mentre per quelli con aliquota differenziata per fasce la percentuale è superiore al 12 per cento.

Sulla base delle informazioni attualmente disponibili può affermarsi che, dopo la rimozione del blocco delle aliquote dei tributi locali, si è manifestata la tendenza ad utilizzare i residui spazi di incremento della tassazione, almeno per quanto riguarda l’Addizionale comunale all’IRPEF, conclude la Corte. E se qualcuno cercherà il colpevole dei minori soldi in busta paga, non guardatevi tanto intorno: è il governo del Cambiamento che consente l’aumento delle tasse.

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