Chi ha fatto l'attacco chimico a Khan Sheikhun?

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-04-05

Le accuse di fake news. La caccia alla false flag per i guanti dei soccorritori. I video che suscitano «la forte impressione di una messinscena» secondo la Russia. Le risposte delle ONG. E i dubbi sull’opportunità di una mossa del genere da parte di Assad, tra diplomazia e complottismo

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La strage di Khan Sheikhun, cittadina nella provincia di Idlib controllata dai ribelli, è ufficialmente senza colpevoli. Martedì mattina alle 6 un bombardamento chimico ha lasciato 74 vittime, per la maggior parte civili. L’ONU e l’UE hanno accusato il presidente siriano Bashar Al Assad di essere il responsabile dell’attacco; la Russia di Putin ha difeso Assad e ha fornito una versione completamente diversa dei fatti.

Chi ha fatto l’attacco chimico in Siria?

Nell’agosto 2013 Assad utilizzo il gas sarin per bombardare alcuni quartieri di Damasco, uccidendo 1400 persone. Nell’occasione Barack Obama desistette dalla promessa di bombardare la Siria in cambio della promessa dello smantellamento dell’arsenale chimico. E proprio qui si capisce tutta l’importanza della questione. Secondo attivisti, medici e ONG internazionali come Save the children, alcuni dei bambini di Khan Sheikhun vittime del raid hanno riportato i sintomi di chi è stato esposto ad un gas nervino come il sarin: contrazione delle pupille, convulsioni, bava alla bocca, difficoltà respiratorie. Se fosse confermato l’utilizzo di questo agente chimico – accusa che l’esercito siriano nega con forza – si tratterebbe di una palese violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite e delle convenzioni internazionali. Il sarin, infatti, al pari del gas mostarda e il VX (altro agente nervino), era tra gli elementi che l’Onu, con una risoluzione datata 27 dicembre 2013 a seguito di un accordo a sorpresa tra Washington e Mosca, aveva intimato di distruggere al regime di Damasco. In caso di mancato rispetto della risoluzione, il Consiglio di Sicurezza minacciò di dare il via libera ad operazioni militari.

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La mappa dei luoghi degli attacchi (Corriere della Sera, 5 aprile 2017)

Secondo Mosca, all’origine dell’attacco sarebbe stato il bombardamento da parte dell’aviazione siriana di un “deposito terroristico”, ovvero in mano ai ribelli, in cui erano contenute “sostanze tossiche” usate per produrre proiettili contenenti agenti chimici. Una versione che mostra molte lacune. Il gas di questo tipo non viene stoccato nella forma, ma viene immagazzinato separato e poi miscelato per l’uso. Il sarin viene di solito lanciato dall’alto ed esplode nell’aria. Un’équipe medica di Medici Senza Frontiere (MSF) che ha supportato il dipartimento d’urgenza dell’ospedale di Bab Al Hawa, nella provincia siriana di Idlib, ha confermato che i sintomi dei pazienti sono coerenti con l’esposizione ad agenti neurotossici come il gas sarin. Numerose vittime dell`attacco di Khan Sheikhoun sono state portate all’ospedale di Bab Al Hawa, situato 100 km a nord, vicino al confine con la Turchia. Otto pazienti hanno mostrato sintomi coerenti con l`esposizione ad agenti neurotossici come il gas sarin o composti simili: pupille contratte, spasmi muscolari, defecazione involontaria.
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L’attacco chimico a Khan Sheikhun

MSF ha fornito farmaci e antidoti per trattare i pazienti e ha fornito indumenti protettivi allo staff medico del pronto soccorso dell`ospedale. Le équipe mediche di MSF sono riuscite anche a visitare altre strutture che stavano trattando pazienti colpiti dall`attacco e hanno riscontrato che le vittime avevano un odore di candeggina, che suggerisce una loro esposizione al cloro. Questi elementi suggeriscono fortemente che le vittime dell`attacco di Khan Sheikhoun siano state esposte ad almeno due agenti chimici diversi.

L’orrore di Khan Sheikhun

Uno degli argomenti utilizzati per negare l’uso del gas sarin è che nelle foto diffuse subito dopo l’attacco i caschi bianchi toccano le persone a terra senza equipaggiamento di sicurezza e senza maschere e guanti. C’è di più. «I video pubblicati dai media occidentali sugli effetti di armi chimiche nella zona di siriana di Idlib sembrano una messinscena e hanno natura provocatoria», ha denunciato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova nel suo briefing con la stampa. «Questi video suscitano la forte impressione di una messinscena. – ha dichiarato – Non abbiamo dubbi che che tutta questa storia abbia un carattere provocatorio». Ha poi sottolineato che i volontari dei Caschi bianchi nel video si comportano in modo “estremamente non professionale”. «Attira l’attenzione il comportamento troppo calmo dei rappresentanti di tale organizzazione in condizioni di emergenza», ha aggiunto.

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La distruzione a Khan Sheikhun

«Non abbiamo equipaggiamenti speciali. Durante i soccorsi cinque dei nostri sono rimasti anche loro intossicati e sono in condizioni critiche», è la risposta che arriva dal quartier generale dei White Helmets citata oggi dal Corriere. Il gas Sarin inoltre evapora nell’aria in pochi minuti ma passa attraverso la pelle e resta sui vestiti. Sarebbe stato inutile indossare maschere. Secondo fonti di Haaretz, rimaste anonime, il raid avrebbe ricevuto addirittura il via libera dei vertici del regime siriano, da Assad in persona o da altri gerarchi, mentre non è chiaro se anche Russia e Iran, i due più stretti alleati di Damasco, siano stati coinvolti nella decisione. L’attacco, hanno aggiunto, avrebbe avuto lo scopo di minacciare quei gruppi ribelli che hanno infranto il cessate il fuoco nelle ultime due settimane. Le fonti della sicurezza israeliane sostengono che dopo l’accordo del 2013 sullo smantellamento dell’arsenale chimico siriano, il regime abbia mantenuto residue scorte di armi chimiche, incluso il gas sarin. La maggior parte delle infrastrutture per la produzione di queste armi è stato distrutto nel quadro di quell’accordo ed è possibile, si legge ancora su Haaretz, che la Siria stia cercando di ricostruire il suo arsenale. Tuttavia, ha concluso il giornale, è probabile che il gas usato ieri siano resti di vecchie scorte del regime.

Le accuse di false flag

Ci sono però molti dubbi sulla bontà di questa ricostruzioni. Alcuni sono stati riportati dall’agenzia Askanews: nel momento in cui i nuovi scenari geopolitici sembrano migliorare, non di poco, il futuro del regime di Damasco, potentemente appoggiato da Mosca, non si capirebbe oggi il senso di un attacco con i gas da parte dell’esercito siriano, per di più sotto gli occhi di tutto il mondo. Non si tratta infatti di una decisione che può sfuggire di mano per iniziativa di comandanti subordinati. La catena di comando operativa è lunga e complessa. Bisogna che governo e stato maggiore della Difesa decidano l’impiego dei gas, l’azione deve essere pianificata con cura, demoltiplicati gli ordini ai vari livelli locali per stabilire tempi, orari di decollo e rientro, rotte d’attacco, obiettivi. Emanare gli ordini operativi per prelevare dagli arsenali le armi chimiche prescelte, armare i cacciabombardieri, inviarli sul bersaglio guidati dagli acquisitori d’obiettivo sul terreno, allontanare unità amiche dal raggio d’azione dei gas e verificare i risultati.

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Dalla pagina Fb La Siria di Assad

Senza dimenticare che le forze armate siriane sono sotto stretta tutela strategica da parte dei “consiglieri” militari di Mosca. Che, in questo momento soprattutto, non avrebbero mai autorizzato l’intervento. Per ragioni di convenienza politica se non umanitari. E poi. Qual è la valenza tattica di un attacco con i gas su una località già sotto assedio? L’utilizzo di gas può essere eventualmente previsto, nonostante le leggi internazionali, se è l’unico “utile” modo per ottenere il risultato auspicato o per moltiplicarne gli effetti. A Khan Sheikhun artiglieria pesante e attacchi aerei convenzionali avrebbero ottenuto lo stesso risultato – massacrare decine di persone, donne e bambini compresi – spianando gli edifici da attaccare con bombe ad alto potenziale “normali” ma che, curiosamente, sembrano fare meno effetto sull’opinione pubblica. Pur causando gli stessi danni. Ma allora come sono morti i civili di Khan Sheikhun?

Come sono morti i civili di Khan Sheikun?

D’altro canto questi ragionamenti ne portano a corollario altri. Ovvero: dalla “red line” di Obama molta acqua è passata sotto i ponti, non solo con l’elezione di Trump. La Russia in Siria ormai è dentro fino al collo, tanto da considerare difficile la possibilità di scaricare l’alleato Assad qualunque cosa faccia. Il regime siriano si è molto rafforzato grazie a Mosca e le vittorie sul campo ne hanno ingrandito la sicurezza. D’altro canto i paesi occidentali hanno cambiato atteggiamento con la Siria da molto tempo. Condannano i bombardamenti ma non paventano interventi diretti. Anche perché bisognerebbe fare i conti con la Russia.

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Le accuse di false flag nei confronti di uno dei medici dell’ospedale

Di qui la possibilità che, a dispetto di tutte le ragioni che consigliavano prudenza, Assad potrebbe aver attaccato i ribelli con il gas proprio perché non c’è nessuno abbastanza forte da impedirglielo.
 

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