Economia
L’assegno di divorzio? 500 euro al mese
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-07-30
In Lombardia l’assegno medio mensile è di 678 euro, quasi il doppio rispetto al Molise. Con importi sempre inferiori a 500 euro
Il contributo all’ex coniuge (la moglie, in più del 90% dei casi) in Italia si attesta in media intorno ai 500 euro al mese. Sopra i 600 si sale in Lombardia e nel Lazio, mentre in gran parte del Mezzogiorno (Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata e Molise) l’assegno non raggiunge i 400 euro. Lo rivelano i dati elaborati dal Sole 24 Ore del lunedì in base agli importi portati in deduzione nelle dichiarazioni dei redditi 2017 (gli ultimi disponibili). Si tratta, inoltre, di valori progressivamente più bassi: rispetto all’anno d’imposta 2008 il calo è stato di quasi il 6 per cento.
A livello territoriale, le cifre degli assegni all’ex coniuge rispecchiano la “ricchezza” della popolazione che vi risiede. Questo spiega perché in Lombardia l’assegno medio mensile è di 678 euro, quasi il doppio rispetto al Molise. Con importi sempre inferiori a 500 euro, tutte le Regioni del Sud occupano gli ultimi posti della classifica, mentre al Nord, fatta eccezione per il Friuli Venezia Giulia e la Liguria, i valori superano sempre la soglia dei 500 euro.
Dal punto di vista numerico, i divorzi con assegno di mantenimento sono il 53% del totale (dati Istat 2015), ma il 7,3% riguarda solo l’ex coniuge, il 39,1% solo i figli, mentre nel 6,9% dei casi il contributo riguarda sia l’ex coniuge che i figli. A pagare è quasi sempre l’ex marito (93,6% dei casi).
Lo scorso anno la Cassazione con la sentenza Grilli (dal nome dell’ex ministro, la n. 11504/2017), mandò in soffitta il riferimento al “precedente tenore di vita” per stabilire l’importo dell’assegno divorzile. In pratica, l’ex coniuge autosufficiente o in grado di esserlo se la doveva cavare da sè, a prescindere dalla durata delle nozze e da altri fattori, quali ad esempio, la decisione di rinunciare al lavoro per curare la famiglia.
In caso di mancata autosufficienza l’assegno avrebbe avuto solo carattere (e misura) assistenziale. La spinosa questione è in seguito approdata alle Sezioni unite, che con la sentenza n.18287 dell’11 luglio scorso hanno un po’ “mitigato” il tenore della Grilli, spiegando che l’assegno all’ex ha una finalità non solo assistenziale, ma anche compensativa e perequativa/blockquote>
Leggi sull’argomento: Il no alla TAV costa due miliardi