Asili, scuole, università: cosa succede con le rette da pagare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-22

Mentre città come Milano, Torino, Roma, Napoli e Firenze sono state sospese, in altre città come Modena e Ferrare le tasse sono ridotte del 25% mentre a Rimini si “scontano” solo i giorni di chiusura

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Sulle rette da pagare ad asili, scuole e università non c’è un’uniformità territoriale ai tempi dell’emergenza Coronavirus. Spiega oggi il Fatto Quotidiano che mentre città come Milano, Torino, Roma, Napoli e Firenze sono state sospese, in altre città come Modena e Ferrare le tasse sono ridotte del 25% mentre a Rimini si “scontano” solo i giorni di chiusura.

I privati, invece, decidono in autonomia. Con segnalazioni e proteste che arrivano da tutta Italia, per esempio da Cardano al Campo (Varese) dove i genitori di una scuola materna si sono visti arrivare l’inte ra retta del mese di marzo pur non usufruendone. La giustificazione del preside è stata: “Vi preghiamo di comprendere l’importanza di effettuare il regolare e puntuale pagamento per intero della retta di frequenza”.

Molti genitori che mandano i propri figli in istituti privati (uno ogni tre) hanno già pagato le rette per un servizio di cui, in parte, non usufruiscono: “Bisogna controllare il contratto firmato al momento dell’iscrizione, e capire se contiene una clausola che prevede il pagamento della retta anche con una chiusura imposta da eventi esterni”, ha spiegato all’Adn Kronos, Ivano Daelli di Altroconsumo. Secondo il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, la sospensione delle rette dovrebbe valere per tutte le strutture scolastiche, sia pubbliche che private, “per non creare disparità di trattamento tra i cittadini”.

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Coronavirus, gli interventi a sostegno delle categorie (Il Sole 24 Ore, 19 marzo 2020)

Per le Università invece, dopo la sospensione delle attività “in presenza”(la didattica e le lauree proseguono per via telematica), la Conferenza dei Rettori ha accolto l’invito del ministro Gaetano Manfredi che aveva chiesto di rinviare il pagamento della seconda (o terza) rata e giovedì la Crui ha dato il via libera: tutto rinviato a fine maggio, compresa la deadline per laurearsi in corso nell’anno 2018/2019 posticipata al 15 giugno.

Adesso spetterà a ogni ateneo redigere le nuove regole con delibere ad hoc. Ma, ha assicurato il ministro Manfredi, il Miur interverrà con “anticipazioni di cassa”per gli atenei che si troveranno in difficoltà economiche. Discorso simile per le Università private: la Cattolica del Sacro Cuore di Milano aveva già deciso a metà marzo di rinviare la scadenza dei contributi dal 30 aprile al 30 giugno, la Bocconi invece non ha ancora preso una decisione (ma si andrà in quella direzione) mentre gli studenti della Luiss di Roma hanno pagato l’ultima rata a fine febbraio.

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