Alitalia, salvataggio a rischio: Benetton e il nodo Autostrade

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-09

La chiusura di fatto del salvataggio darebbe la possibilità di erogare un nuovo prestito ponte sarebbe senza grandi intoppi e ostacoli da parte della Commissione Ue. Cioè ad altri soldi pubblici per salvare Alitalia

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Il salvataggio di Alitalia è ufficialmente a rischio. La nota arrivata nella tarda serata di ieri dal Mise, dopo l’incontro con i commissari straordinari della compagnia, sarebbe stata condivisa col premier Giuseppe Conte e non lascia dubbi. Anche se non fa nomi, il riferimento al gruppo dei Benetton e al braccio di ferro sulle concessioni autostradali è inequivocabile. «Oggi (ieri, ndr) ho incontrato la struttura commissariale di Alitalia. E stata esaminata la situazione complessiva della compagnia, convenendo sul fatto che ci sono le condizioni affinché entro il 15 ottobre possa giungere una proposta vincolante da parte del consorzio acquirente», scrive il ministro. «Il fatto che ancora non si arrivi a una conclusione della trattativa e che si ricorra a retroscena a mezzo stampa da parte di alcuni partecipanti al consorzio», affonda Patuanelli, «ci induce a pensare che ci siano altre motivazioni che sottendono le decisioni dirimenti. Motivazioni che non sono ascrivibili ai dossier trattati presso il ministero dello Sviluppo Economico (la partita delle concessioni si gioca al Mit, ndr)».

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Alitalia, i conti (MF, 9 ottobre 2019)

Ma secondo il Tempo in realtà l’accordo sarebbe a un passo:

Innanzitutto nelle suddivisione delle quote del consorzio che sarà la pietra angolare sulla quale costruire la newco che dovrà rilevare la compagnia. Alle Ferrovie dello Stato, motore dell’operazione di mercato sotto l’egida del Tesoro, toccherebbe il 36,5% delle quote, la stessa percentuale che rileverebbe anche l’altro socio privato italiano e cioè Atlantia che, dopo lo strappo della lettera con la quale annunciava di abbandonare l’operazione, sarebbe tornata sui suoi passi dopo il meeting con il presidente del consiglio Conte. Resterebbe una parte di minoranza pari al 27%. Il 12 della quale dovrebbe andare alla Delta Airlines, il partner estero della cordata, con il restante 15% sottoscritto dal ministero del Tesoro.

La costituzione del consorzio e l’invio dell’offerta vincolante nel termine del 15 ottobre, senza rinvii ulteriori dunque, sarebbe condizione sufficiente a dichiarare chiusa l’operazione. Entro le due-tre settimane successive arriverebbe, infatti, a definizione il pia 300 Milioni Il nuovo prestito per coprire la cassa da erogare alla compagnia no industriale (elaborato da Fs e Delta) che consentirebbe il decollo definitivo dell’operazione, e si spera degli aerei dell’ex compagnia di bandiera, senza più il rischio del fallimento. Se questo schema fosse confermato passerebbe anche la soluzione di uno dei nodi più urgenti ancora sul tavolo. E cioè la questione della cassa ormai esigua dopo la stagione estiva.

La chiusura di fatto del salvataggio darebbe la possibilità di erogare un nuovo prestito ponte sarebbe senza grandi intoppi e ostacoli da parte della Commissione Ue. Cioè ad altri soldi pubblici per salvare Alitalia.

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