Alitalia, il piano B: prima la ristrutturazione e poi la vendita

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-26

L’ipotesi è che ai commissari sia affidata la missione di dividere in due società l’attuale Alitalia, tra attività di volo (che comprende piloti e assistenti di volo) e asset di terra (amministrazione) e l’handling (check-in, biglietteria e manutenzione): una società, quest’ultima, cui farebbero capo circa 3.500 esuberi individuati dai tedeschi

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Il piano B per Alitalia, che prevede prima la ristrutturazione e poi la vendita, è sul tavolo del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli e della responsabile delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli. La frenata di Atlantia sul consorzio che prevedeva la partecipazione degli americani di Delta ha obbligato il governo a virare verso un nuovo progetto che prevede una nuova società che sia appetibile per i Benetton ma anche per Ferrovie dello Stato e soprattutto Lufthansa. I tedeschi, che erano stati chiamati in causa nell’affare prima di virare verso Delta, rientrano in gioco però soltanto alla condizione di avere una società già ristrutturata: non vogliono fare investimenti a rischio, potrebbero invece considerare la possibilità di una partnership commerciale. Il piano di Lufthansa non prevede la perdita dei collegamenti (e degli slot) con gli USA, come invece prevedeva quello di Delta.

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Alitalia, quanto ci abbiamo perso (Il Messaggero, 26 novembre 2019)

Qual è il progetto che può piacere ai tedeschi? Lo spiega oggi il Messaggero:

L’idea è quella di affidare la ristrutturazione lampo di Alitalia ai tre commissari straordinari che hanno oggi in mano la gestione. Senza dunque affidare il dossier ad un commissario ad acta, come immaginato nelle ultime ore. Del resto, l’ipotesi non convince granché nel governo. Di qui la scelta di confermare la guida della nuova fase ai tre professionisti. Per la verità, Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo non hanno nascosto, soprattutto negli ultimi giorni, una certa irritazione per un dossier passato nei fatti all’ottava proroga mettendo a rischio l’operatività di una compagnia che non può fare a meno del prestito pubblico da 400 milioni se vuole arrivare a marzo.

E dunque ora più che mai i tre commissari spingono per una svolta che dia alla compagnia «la ragionevole prospettiva industriale» che le consentirebbe di accedere al prestito-ponte. L’ipotesi è che ai commissari sia affidata la missione di dividere in due società l’attuale Alitalia, tra attività di volo (che comprende piloti e assistenti di volo) e asset di terra (amministrazione) e l’handling (check-in, biglietteria e manutenzione): una società, quest’ultima, cui farebbero capo circa 3.500 esuberi individuati dai tedeschi. Dopodiché, il modo per alleggerire il conto passerebbe da due strumenti: l’intervento del governo con ammortizzatori sociali di diverso tipo, dalla cassa integrazione (sono oltre 1.000i lavoratori già in Cig) ai prepensionamenti alla solidarietà espansiva; ma anche la cessione a Lufthansa delle attività di volo.

Così si spiegherebbe l’obiettivo di dimezzare gli esuberi chiesti da Lufthansa inizialmente (da 6.000 agli attuali 3.500).

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