I duemila esuberi di Alitalia e la newco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-24

Prima di lanciarsi nella nuova avventura pubblica, vanno sciolti i nodi legati alla Cig, quello con il fisco sulle tasse non pagate e le relative cartelle esattoriali arrivate ai dipendenti del comparto volo, per arrivare allo scoglio delle alleanze. Il diavolo, al solito, si nasconde nei dettagli.

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Il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli si dice sicuro che entro giugno arriverà la newco di Alitalia, o meglio che inizierà il complesso passaggio dei rami aziendali dalla vecchia alla nuova compagnia tricolore. Il Messaggero scrive oggi che questo comporterà duemila esuberi:

Nella “bad” Alitalia, anche se il ministro non lo dice, resteranno gli esuberi, circa 2mila, che verranno gestiti attraverso gli ammortizzatori sociali, Cig e prepensionamenti. Nell’altra società, che punterà sul lungo raggio, finiranno invece 90 aerei, gli slot e tutti gli asset industriali considerati funzionali alla ripartenza. Non è chiaro se la newco entrerà nell’orbita Invitalia o sotto una diversa scatola pubblica, di certo lo scopo del governo è quello di investire massicciamente nel vettore. Del resto ha già speso circa 1,5 miliardi tra prestiti-ponte e linee di credito rinnovate.

Portando così i costi totali dei salvataggi che si sono succeduti a quota 10,5 miliardi. Senza contare la Cig in deroga attivata e anticipata dalla compagnia in attesa del ristoro dall’Inps. La rinuncia a 10 aerei, confermata dal ministro e anticipata dal Messaggero un paio di settimane fa, non fa altro che delineare il profilo della società dopo la profonda crisi che sta investendo il settore.

Patuanelli ritiene che proprio lo tsunami che si è abbattuto nel comparto metta tutte le compagnie sullo stesso livello, azzerando rendite di posizione e problemi di bilancio. Anche per questo, per evitare che le low cost possano cannibalizzare Alitalia alla ripresa dell’operatività, ha annunciato nuove regole, ovvero quella riforma di sistema invocata da tempo dalle compagnie tradizionali e, come noto, mai attuata. Si vedrà se alle parole seguiranno i fatti.

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Ma prima di lanciarsi nella nuova avventura pubblica, vanno sciolti i nodi legati alla Cig, quello con il fisco sulle tasse non pagate e le relative cartelle esattoriali arrivate ai dipendenti del comparto volo, per arrivare allo scoglio delle alleanze. Il diavolo, al solito, si nasconde nei dettagli.

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