Attualità
«Non potevo parlare dello studio alla Lombardia. Ma non ho nascosto la gravità dei numeri»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-09-08
«I presenti alle riunioni lombarde sanno che ho messo il mio sapere a disposizione di tutti. La gravità della situazione e dei numeri non l’ho mai nascosta»
Quando il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato di lui alla festa del Fatto Quotidiano, spiegando che lo studio “segreto” del CTS gli era stato presentato dal delegato regionale, proveniente dalla Lombardia, Alberto Zoli non l’ha presa bene, racconta il Corriere:
«Il mio ruolo all’interno del Comitato tecnico scientifico è di rappresentante di tutte le Regioni — dice ai collaboratori più stretti, gli unici con cui si lascia sfuggire qualcosa—. Mai avrei potuto rivelare alla Lombardia la presenza di un documento su cui mi è stata imposta riservatezza assoluta». Dai primi di febbraio ogni giorno Zoli e i colleghi del Cts firmano un patto di riservatezza sia sui contenuti sia sui verbali delle riunioni. Tacere è d’obbligo
Zoli però spiega di non aver mai nascosto la gravità della situazione: non poteva parlare dello studio ma per il suo ruolo nell’Unità di crisi di Fontana era pienamente consapevole di cosa poteva accadere:
Oltre a essere nel Cts, Zoli è anche componente dell’Unità di crisi della Lombardia, la cabina di regia dove, dalla notte tra il 20 e il 21 febbraio con la scoperta del «Paziente 1», vengono decise le strategie da adottare per combattere il Covid-19. «Il documento non l’ho mai nominato né consegnato — dice ai suoi —. Ma i presenti alle riunioni lombarde sanno che ho messo il mio sapere a disposizione di tutti. La gravità della situazione e dei numeri non l’ho mai nascosta. Ma siamo stati presi alla sprovvista dai tempi di propagazione dell’epidemia». Se un componente del Comitato tecnico scientifico rilascia un’intervista o fa dichiarazioni non concordate è chiamatoarisponderne personalmente. Durante tutta la pandemia Zoli rilascia solo un’intervista sulla situazione lombarda. Nulla di più. E la possibilità di riferire a un presidente di Regione? «Ciò è ancora più delicato. Non si può fare. In particolare per quel documento»