Economia
Alberto Bagnai e il posto a rischio per la flat tax
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-06-05
L’intervista di ieri ad Agorà sul provvedimento da rinviare al 2020 per le famiglie potrebbe costare al professore di Pescara una carica. A rischio anche Manlio Di Stefano
Alberto Bagnai, professore di economia all’università di Pescara oltre che senatore della Lega, era stato indicato nei giorni scorsi come possibile viceministro all’Economia. Ieri però è incappato nella polemica sulla flat tax presuntamente rinviata al 2020. Per questo, scrive oggi Laura Cesaretti sul Giornale,
Succede ad Alberto Bagnai, fantasioso economista leghista che doveva andare a presidiare il «tecnico» Tria a via XX Settembre, ma che ieri è incorso in un incidente: ha in pratica annunciato che della flat tax, cavallo di battaglia di tutta la campagna elettorale del Carroccio, non si parlerà per almeno due anni. Prima del 2020, nisba: «Su questo c’è un accordo già fatto», confida in tv.
Patatrac: subito i leghisti accorrono a buttare acqua sul fuoco smentendolo, e assicurando che le tasse si appiattiranno ben prima del 2020. Ma raccontano che Salvini, furente con il candido prof che ha gettato nel panico il suo elettorato, abbia dato ordine di segarlo. Caso Bagnai a parte, il grande suk del sottogoverno è in pieno svolgimento. I posti sono tanti (43, di cui 25 per i grillini e 18 per i leghisti) ma gli appetiti sono molti di più.
D’altro canto oggi Repubblica ricorda che il professor Bagnai, prima di entrare nella Lega, era un feroce critico della flat tax. Un altro che rischia di veder infranti i suoi sogni è Manlio Di Stefano:
Il globe-trotter grillino già si vedeva alla Farnesina, al punto di aver assicurato ad amici e parenti che- se non ministro – almeno vice lo sarebbe stato di certo. Ma è bastata un’occhiata al suo curriculum, alle sue dichiarazioni (pro-Assad, pro-Hamas, pro-Putin, pro-Chavez, anti-Israele, anti-Usa, anti-Europa eccetera) e alle sue frequentazioni internazionali per mettere in allarme esperti, diplomatici e cancellerie.
In molti hanno sconsigliato una scelta tanto sconsiderata: così sono tornate a salire le quotazioni della ex fanta-ministra degli Esteri di Di Maio, Manuela Del Re. Non sarà il massimo, si sarà pure inventata un dottorato mai conseguito da mettere in curriculum (del resto, nel governo di un fan dei curriculum col ritocco come Giuseppe Conte questo non è certo un titolo di demerito), ma se non altro non è tifosa di tutti i peggiori satrapi del pianeta. Che si sappia, almeno.