A14: il caso del viadotto del Cerrano spostato di 7 centimetri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-14

Secondo quanto scrive il gip nel provvedimento che blocca il transito dei camion «le stampelle con cui è stato costruito il viadotto hanno subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l’una sull’altra, mentre in corrispondenza delle pile sono presenti spostamenti in profondità dell’ordine di sette centimetri»

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“Le stampelle con cui è stato costruito il viadotto hanno subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l’una sull’altra… mentre in corrispondenza delle pile…sono presenti degli spostamenti in profondità dell’ordine di 7 centimetri”: a scriverlo è  il Gip di Avellino Fabrizio Ciccone nel provvedimento di interdizione del passaggio per Tir e mezzi pesanti sul viadotto del Cerrano sulla A14 Adriatica.

A14: il caso del viadotto del Cerrano spostato di 7 centimetri

Secondo quanto scrive il gip nel provvedimento che blocca il transito dei camion «le stampelle con cui è stato costruito il viadotto hanno subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l’una sull’altra, mentre in corrispondenza delle pile sono presenti spostamenti in profondità dell’ordine di sette centimetri». Autostrade per l’Italia sostiene invece che «lo spostamento di 7 centimetri non si riferisce alle pile,ma allo spostamento massimo del terreno nei pressi della pila 1 registrato dalla strumentazione nell’arco di 3 anni (2016-2018). Tale valore non si riferisce dunque alle pile del viadotto, che non hanno mai raggiunto movimenti attenzionabili nel periodo considerato». Sempre secondo Autostrade le analisi di un pool di esperti dell’Università Sapienza e dall’Istituto italiano della saldatura “hanno confermato la sicurezza statica della struttura”.

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Ma evidentemente i giudici non la pensano così. Anche grazie al lavoro, racconta oggi Il Fatto,  dell’Ufficio tecnico ispettivo (Uit) del ministero delle Infrastrutture, diretto dall’ingegnere Placido Migliorino

L’ingegnere Migliorino ha coordinato tre ispezioni sul Cerrano, il 19 settembre 2018, il 5 luglio 2019 e il 25 novembre 2019. Il giorno dopo l’ultima visita ispettiva si è svolta una riunione dalla quale si evidenziava come non fosse “ancora pervenuta all’Uit (Ufficio Ispettivo Territoriale)…la necessaria documentazione che dimostri il raggiungimento degli adeguati standard di sicurezza in relazione alle criticità segnalate nel corso delle visite eseguite”.

Quali? Erano stati riscontrati “ammaloramenti avanzati, costituiti da ossidazione delle parti metalliche e deformazione di singole componenti delle cerniere di taglio”. Mentre “il progetto di risanamento presentato da Aspi al Genio Civile per la prescritta autorizzazione sismica – si legge nel decreto del gip –era stato ‘oggetto di osservazioni e di richieste di chiarimenti che di fatto hanno sospeso l’iter autorizzativo’”.

Uno stallo che ha reso necessario l’intervento della magistratura, che ha ‘rinforzato’il sequestro delle barriere bordo ponte –oggetto di altre indagini di Avellino sull’insicu rezza dei nuovi sistemi di ancoraggio utilizzati in mezza Italia dopo la strage dei 40 morti del viadotto Acqualonga in Irpinia –e la conseguente chiusura della corsia, aggiungendovi il divieto di transito “per i veicoli con massa superiore ai 35 quintali”.

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