I 3,7 milioni di lavoratori in nero senza tutela

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-06

Una platea definita dagli economisti «non osservabile» perché non se ne trova traccia presso le imprese, le istituzioni e le fonti della Pubblica amministrazione. L’impiego di lavoro irregolare vale secondo l’Istat 79 miliardi. Il piano per il reddito di emergenza

article-post

Sono 3,7 i milioni di lavoratori in nero attualmente senza tutela nell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Si tratta, spiega oggi Il Sole 24 Ore, di  una platea definita dagli economisti «non osservabile» perché non se ne trova traccia presso le imprese, le istituzioni e le fonti della Pubblica amministrazione. L’impiego di lavoro irregolare vale secondo l’Istat 79 miliardi (dei 192 miliardi complessivi di valore dell’economia sommersa), con una incidenza sul prodotto interno lordo del 4,5 per cento.

I 3,7 milioni di lavoratori in nero senza tutela

Oggi  il tasso di incidenza del lavoro irregolare su quello regolare – sempre secondo l’Istat – supera in media il 15%, con punte del 60% nel lavoro domestico o del 17% nel commercio. Una fotografia aggiornata dell’irregolarità arriva dall’ultimo Rapporto annuale dell’attività di vigilanza dell’Ispettorato nazionale del lavoro relativo al 2019:

Su 159.805 ispezioni e accertamenti effettuati in 142.385 aziende, è emerso un indice di irregolarità nel 68% delle pratiche definite nella vigilanza sul lavoro, nell’81% delle pratiche definite in ambito previdenziale e nell’89% di quelle in ambito assicurativo. Tassi così elevati di irregolarità sono dovuti al fatto che le ispezioni dell’Inl emergono da una selezione preliminare di casi “a rischio” o, come spiega il direttore dell’Ispettorato Leonardo Alestra, «nascono come reazione alle denunce dei lavoratori, cioè cercano di intervenire dove sono segnalate situazioni di conflittualità e di irregolarità del rapporto di lavoro». I lavoratori irregolari che sono stati individuati sono 356.145, dei quali 41.544 totalmente in nero (erano 42.306 nel 2018). L’anno scorso sono stati recuperati contributi e premi evasi dai datori per 1,23 miliardi di euro.

milioni lavoratori in nero senza tutela
I lavoratori in nero per settore (Il Sole 24 Ore, 6 aprile 2020)

Il rapporto dell’Inl segnala che nel 2019 sono stati intensificati i controlli sul caporalato, che si manifesta in edilizia, nell’industria e nel comparto manifatturiero, oltre che in agricoltura. In quest’ultimo settore sono state messe in campo – si legge – «iniziative straordinarie di vigilanza a livello interregionale». Come risultato di questa azione, il direttore dell’Ispettorato Alestra sottolinea che «con l’attività del comando Carabinieri per la tutela del lavoro, sono state denunciate 570 persone, delle quali 154 sono state arrestate: un numero doppio rispetto al 2018».

Il reddito di emergenza (REM)

Il piano per il reddito di emergenza del governo prevede mille euro a testa per tre milioni di cittadini: probabilmente una tantum, visto che la copertura della misura sarebbe di circa 3 miliardi di euro. Il reddito di emergenza (REM) è una misura universalistica allo studio del governo nel decreto di aprile che prevede un nuovo reddito, definito di emergenza, da destinare a tutti i cittadini che in questo momento non hanno alcun sostegno economico.

reddito emergenza 1
Le misure di aprile (Corriere della Sera, 4 aprile 2020)

L’idea è eliminare o ridurre al minimo i requisiti patrimoniali, sia immobiliari (seconda o terza casa) che mobiliari (aumentano i 6mila euro sul conto corrente oggi previsti come limite massimo) e quelli reddituali. Solo in questo modo si andrebbero a coprire anche i lavoratori in nero: al netto di quelli già intercettati dal Rdc, si ipotizza almeno un altro milione di persone. Per essere rapidi ci si affiderà a un’auto-dichiarazione del beneficiario.  Per andare ancora più veloci il Reddito di emergenza partirà da quello di “ultima istanza”previsto dall’articolo 44 del decreto per estenderlo alle categorie che oggi non sono coperte da nessuna delle misure esistenti. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, il decreto di marzo lascia fuori da qualsiasi misura 800 mila lavoratori domestici (colf e badanti) e 1,1 milioni di lavoratori “saltuari”, di cui solo una piccola parte (15%) può forse usufruire di qualche trattamento di disoccupazione.

Leggi anche: Bonus 600 euro, mezzo milione ne ha diritto ma i soldi ci sono solo per il 60%

 

Potrebbe interessarti anche