Economia

Whirlpool-Indesit, com'è finita «l'operazione fantastica»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-16

500 milioni di investimenti, ma addio alla sede di Caserta e un totale di 1350 esuberi, 400 in più di quelli preventivati. Via anche 150 dai centri di ricerca e addio ad Albacina e None. E Renzi diceva…

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Quando Whirlpool acquistò Indesit il presidente del Consiglio Matteo Renzi non esitò a definirla un’«operazione fantastica» in un’intervista al Corriere della Sera. Oggi che l’azienda annuncia investimenti per 500 milioni di euro ma anche 1350 esuberi, ovvero cinquecento in più del previsto, e la chiusura dello stabilimento di Caserta, forse i contorni dell’operazione tornano a essere meno assoluti.  Il management di Whirlpool Corporation ha incontrato i rappresentanti del governo e dei sindacati nazionali per condividere il piano industriale per l’Italia a seguito dell’acquisizione di Indesit Company. Il piano prevede ulteriori esuberi rispetto a quelli esistenti al momento dell’acquisizione che, spiega il gruppo “sono stati tenuti al livello più basso possibile. In tal senso, si stimano 250 esuberi aggiuntivi negli stabilimenti e 150 nell’ambito della ricerca e sviluppo”. Un piano che ovviamente non ha trovato Federica Guidi entusiasta.  “Il governo ha preso atto degli aspetti positivi e certamente importanti sul fronte degli investimenti e dell’incremento dei volumi, ma ha, al contempo, espresso forte contrarietà per gli aspetti legati agli impatti occupazionali inerenti diversi siti produttivi, alcuni dei quali in aree del Paese già colpite da fenomeni di deindustrializzazione”, dice una nota del ministero dello Sviluppo economico.

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Intervista al Corriere della Sera, 13 luglio 2014


WHIRLPOOL-INDESIT, COM’È FINITA L’OPERAZIONE FANTASTICA DI RENZI
– “Il piano presentato oggi ha riportato anche indicazioni circa il numero complessivo degli esuberi nelle attività produttive e di R&S, particolarmente significativi per il sito di Caserta”, prosegue la nota del dicastero guidato da Federica Guidi. “Il governo quindi ha chiaramente ribadito di considerare questo primo incontro come l’inizio di un confronto che si svilupperà nelle prossime settimane. Il governo ha da subito chiesto all’azienda di confermare l’impegno a non procedere a licenziamenti unilaterali. Il governo conferma l’impegno a ricercare con le parti ogni possibile soluzione che consenta di rimuovere gli aspetti negativi del piano a cominciare dalle pesanti ripercussioni sul fronte occupazionale”, conclude la nota.  Il piano, rivendica Whirlpool, prevede volumi di produzione totali in Italia in crescita, la creazione a Fabriano (Ancona) del più grande stabilimento in Europa per la produzione di piani cottura e il rafforzamento a Cassinetta (Varese) del più grande polo europeo dei prodotti a incasso. Il piano rafforza, inoltre, il ruolo dell’Italia quale polo per la ricerca e sviluppo, attraendo verso il Paese oltre il 70% della spesa destinata all’Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). ”Si crea oggi per noi un’opportunità unica per espandere la leadership globale di Whirlpool anche alla regione Emea”, ha dichiarato l’amministratore delegato Italia e vice presidente Operazioni Industriali di Whirlpool Emea Davide Castiglioni.
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LA REAZIONE DEI SINDACATI
”Nonostante un piano di investimenti di cinquecento milioni in quattro anni e nonostante la prospettiva di un incremento dei volumi produttivi complessivi in Italia, Whirlpool ha dichiarato 1.350 esuberi, di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri ricerca”, fa sapere Gianluca Ficco, coordinatore di settore della Uilm nazionale al termine della presentazione del piano aziendale al ministero dello Sviluppo economico per l’integrazione con la neo acquisita Indesit per la parte relativa alle fabbriche ed ai centri di ricerca, attività che oggi danno lavoro a 5.150 lavoratori. La multinazionale ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Caserta in cui lavorano piu’ di ottocento persone, la cessazione di uno dei due stabilimenti di Fabriano (Ancona), precisamente quello di Albacina i cui seicento lavoratori secondo il progetto aziendale dovrebbero essere trasferiti nella vicina fabbrica di Melano, e la dismissione del sito di None (Torino) dove attualmente ci sono novanta addetti fra il magazzino e il centro ricerche.  Il piano prevede di converso – spiega Ficco – la crescita di alcune fabbriche, in particolare quella di Varese dove si preannuncia un incremento occupazionale di 280 persone, e quella di Melano, dove sarebbe di nuovo concentrata la produzione dei piani cottura. Noi abbiamo espresso il nostro più profondo dissenso – conclude Ficco – ed abbiamo chiesto a Whirlpool di rispettare gli accordi pregressi, compreso quello ereditato la Indesit e firmato proprio in sede ministeriale poco più di un anno fa, secondo cui tutte le fabbriche hanno una missione produttiva e fino al 2019 nessun lavoratore può essere licenziato. Confidiamo che il Governo ci aiuti a far rispettare quell’intesa di cui esso stesso fu parte”.  ”Questa è l’operazione fantastica di cui parlava Renzi?”, dice invece Fabrizio Bassotti, della Fiom Cgil di Fabriano, citano le parole del premier. “Whirlpool – osserva – cannibalizza la Indesit dichiarando la chiusura di tre siti e 1.350 esuberi. Straccia l’accordo Indesit, rimettendo gli assetti produttivi in discussione e chiudendo 3 siti italiani: Caserta Albacina e None”.
 
 

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