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Chi è Vito Nicastri, il “re dell’eolico” condannato a nove anni per mafia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-01

L’imprenditore vicino all’ex consulente della Lega Paolo Arata e considerato uno dei finanziatori della latitanza di Matteo Messina Denaro è stato condannato oggi a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. L’indagine della DDA di Palermo vede coinvolti oltre ad Arata anche l’ex sottosegretario leghista Armando Siri, con l’accusa di corruzione

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Il gup del Tribunale di Palermo ha condannato, con il rito abbreviato, a nove anni di carcere (la procura ne aveva chiesti dodici) l’imprenditore Vito Nicastri, considerato il ‘re’ dell’eolico. L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Condannato a nove anni anche il fratello Roberto Nicastri. Il nome di Vito Nicastri era comparso nelle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Paolo Arata ex consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Forza Italia.

Chi è Vito Nicastri, il Re dell’eolico amico di Paolo Arata

Arata – accusato assieme al figlio Francesco di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni – è considerato dagli inquirenti il socio occulto di Vito Nicastri che oggi ha ricevuto la prima condanna per mafia ed era a processo con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Pm ha contestato all’imprenditore di Alcamo di aver intrattenuto rapporti con diverse cosche mafiose vicine al superlatitante Matteo Messina Denaro. E secondo i magistrati proprio Nicastri sarebbe uno dei finanziatori della latitanza del boss di Cosa Nostra. Era stato il pentito Lorenzo Cimarosa ad accusare Vito Nicastri. Cimarosa, scomparso di recente, aveva accusato il ‘re’ dell’eolico di essere tra gli sponsor economici della latitanza di Messina Denaro e aveva raccontato ai magistrati di una borsa “piena di soldi” che Nicastri avrebbe fatto avere al capomafia latitante attraverso un altro uomo d’onore, Michele Gucciardi. ”Mi ha detto che praticamente erano i soldi dell’impianto di… di quello degli impianti eolici di Alcamo, e che c’erano stati problemi perché aveva tutte cose sequestrate e i soldi tutti insieme non glieli poteva dare, perciò glieli avrebbe dati in tante tranches”, diceva il pentito Cimarosa. A consegnare quei soldi a Messina Denaro sarebbe stato Francesco Guttadauro, parente del padrino di Castelvetrano.

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Nicastri è indagato dalla DDA di Palermo anche in un secondo procedimento che vede coinvolto Paolo Arata (già consulente della Lega per l’energia). E fu l’ex consulente della Lega a definire il cosiddetto “re dell’eolico” «la persona più brava dell’Eolico in Italia». Secondo gli inquirenti le tre società che operano nel settore delle rinnovabili che formalmente fanno capo agli Arata sarebbero in realtà controllate proprio da Nicastri. In un’altra tranche dell’inchiesta è indagato per corruzione l’ex sottosegretario ai Trasporti Armando Siri (Lega) per una presunta tangente da 30mila euro che sarebbe stata promessa per far passare un emendamento (poi bloccato dal M5S) che avrebbe favorito le società di Arata e Nicastri per la realizzazione di alcuni impianti di “mini eolico”. In un’intercettazione Paolo Arata racconta al figlio di aver avuto una conversazione con Salvini nella quale li aveva consigliato di far nominare Siri al MIT.

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