Ma il vicesindaco di Ferrara Naomo Lodi lo sa cosa rischia con la bravata del video del runner-paziente psichiatrico?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-04

Il vicesindaco di Ferrara ha pubblicato ieri su Facebook un video che lo vede protagonista all’inseguimento di un runner “che in barba alle restrizioni sbeffeggia tutti, forze di controllo comprese. Ogni giorno assieme all’inseparabile apparato musicale, rigorosamente ad alto volume ed accompagnato dal povero cane, il fenomeno corre per tutta Ferrara fregandosene dei divieti”. Ma…

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Nicola Naomo Lodi, vicesindaco di Ferrara con delega alla sicurezza e alla protezione civile già famosissimo per altri motivi, ha pubblicato ieri su Facebook un video che lo vede protagonista all’inseguimento di un runner “che in barba alle restrizioni sbeffeggia tutti, forze di controllo comprese. Ogni giorno assieme all’inseparabile apparato musicale, rigorosamente ad alto volume ed accompagnato dal povero cane, il fenomeno corre per tutta Ferrara fregandosene dei divieti”.

Nicola Naomo Lodi: cosa rischia il vicesindaco di Ferrara che posta su Facebook il video di un runner

Lodi ha fatto sapere su Facebook che il tizio è stato denunciato dalla polizia, mentre mostrava un filmato in cui inseguiva il tizio che intanto ascoltava Baglioni a tutto volume e si portava dietro un cagnolino che assecondava la sua voglia di jogging. Estense.com ha scritto che quella persona ha dei disturbi psichiatrici e ha almeno due certificati medici che indicano la necessità di svolgere attività motoria:

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Estense.com è in grado di confermare che invece si tratta, non di un furbetto indisciplinato che non rispetta i divieti imposti per l’emergenza Covid-19, ma di un invalido civile, anche conosciuto in città, con due tentativi di suicidio alle spalle, con una pesante patologia psichiatrica in essere e attualmente in cura, i cui medici hanno individuato nell’intensa attività fisica un parziale rimedio – oltre alle cure farmacologiche – per i suoi disturbi.

Va ricordato che chi posta foto e video di quelli che trasgrediscono la quarantena, come ha spiegato Il Sole 24 Ore, oltre a un eventuale risarcimento in sede civile, rischia di dover rispondere del reato di diffamazione aggravata se la fotografia viene accompagnata da post che etichettano come trasgressori o peggio ancora chi avrebbe violato le disposizioni anti contagio.

La regola è semplice: non sappiamo perché quella persona sta uscendo di casa e, in ogni caso, eventuali condotte illecite devono essere segnalate alle autorità competenti, polizia o carabinieri, come precisa da ultimo il decreto legge n.19 del 25 marzo da oggi in vigore. Saranno infatti le autorità competenti a doversi fare carico di dare esecuzione alle misure prescritte. L’emergenza sanitaria non sospende le norme che disciplinano il rispetto dell’altrui riservatezza e reputazione. Dal punto di vista tecnico tutto ciò che identifica una persona fisica è un dato personale che, salvo eccezioni, non può essere divulgato senza il consenso dell’interessato. Il mezzo non conta, il reato di diffamazione si può configurare anche se si condividono i contenuti su gruppi WhatsApp o via mail comunicando con più persone.

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Se si è stanchi di vedere persone che infrangono la legge, si possono segnalare i casi sospetti alle autorità competenti, anche ai vigili urbani, che poi trasmetteranno tutto, compresa l’eventuale documentazione fotografica, alla polizia o ai carabinieri per le valutazioni del caso. Ma chi finisce ritratto in queste foto può chiedere la rimozione e sporgere querela: anche chi commenta può essere chiamato a risponderne. Si può anche presentare un reclamo al Garante per la Protezione dei dati personali per chiedere la cessazione immediata del trattamento dati che ci riguarda e quindi la rimozione della fotografia.

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