Varoufakis e il problema della trattativa infinita

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-15

Il ministro delle Finanze parla con Bild e segnala l’ostacolo della ristrutturazione del debito. E sul Grexit…

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Il problema è la ristrutturazione del debito che gli europei non vogliono concedere. Yanis Varoufakis parla con la Bild, che qualche giorno fa dava la Grecia fuori dall’euro per decisione tedesca in un articolo poi smentito da Angela Merkel, e spiega perché la situazione della trattativa è ancora in stallo e quali sono le condizioni di Atene per chiudere.  La Grexit è “esclusa” ma Angela Merkel deve partecipare ai negoziati, dice subito il ministro delle Finanze greco nell’intervista al quotidiano popolare tedesco nelle ore in cui il negoziato con i creditori sembra volgere al peggio.
 
LA GREXIT NON È UNA SOLUZIONE RAGIONEVOLE
“Grexit non è  una soluzione ragionevole”, afferma Varoufakis, che pero’ mette le mani avanti si fronte a una prospettiva di uscita di Atene dall’euro, sempre più vicina: “Nessuno è in grado di escludere tutto. Non posso escludere che una cometa colpisca la Terra”. “Non vogliamo piu’ soldi”, aggiunge, ma “un accordo può essere raggiunto in una notte se il cancelliere vi prende parte”.  “Ciò che so e che Frau Merkel, il mio collega Wolgang Schaeuble, io e tutti i colleghi europei abbiamo una grande responsabilità per il nostro popolo: evitare la disgrazia”, ha aggiunto Varoufakis. Il ministro si è anche detto pronto a rinunciare da subito a ulteriori prestiti e programmi di aiuto se il gruppo di creditori internazionali – Fmi, Bce e Commissione Ue – offrisse una ristrutturazione del debito che, secondo Varoufakis, e’ una soluzione appoggiata anche dall’Fmi. Inoltre, Atene ha bisogno di “un allungamento delle scadenze”. Il Governo in carica, ha continuato il Ministro, vuole scongiurare una Grexit: “Questa opzione non ha senso e la escludo – ha detto al quotidiano – ma mai dire mai, anch’io non posso escludere che un vigono una cometa possa scontrarsi con la Terra”. “Non vogliamo altri soldi”, ribadisce Varoufakis, secondo il quale Berlino “ha gia’ dato troppo”. Atene non ha bisogno di nuovi finanziamenti “per salari, pensioni o rimborsi” e un accordo “potrebbe essere firmato in una notte” ma “solo se e’ presente anche il cancelliere Merkel”. Il nuovo piano di austerita’ chiesto dai creditori “appartiene al passato. Non si scappa: dobbiamo fare tabula rasa e ricominciare da capo”, ha sottolineato Varoufakis, ammettendo, tuttavia, enormi problemi amministrativi: “Il nostro problema con l’Iva e’ che non siamo in grado di aumentarla” ma un aumento al 23% dell’aliquota per i beni di prima necessità “farebbe affluire ancora meno Iva nelle casse dello Stato”.
 
L’INTERVISTA A DANIEL GROS
– “Mi sembra inevitabile che scattino ad Atene i controlli sui capitali. Questa scadenza era stata così caricata di aspettative che il nulla di fatto avrà ripercussioni pesanti sui già provatissimi greci. Chi ha soldi in banca si presenterà per ritirarli ma verrà respinto, magari con qualche scusa”, dice intantoVarouf a Repubblica l’economista tedesco Daniel Gros. “Il governo di Atene non si è mai fatto carico delle sue responsabilità – spiega – Varoufakis ha annunciato trionfante un surplus nei primi cinque mesi di quest’anno. Ma questo surplus si raggiunge solo non pagando i fornitori, risparmiando su investimenti essenziali, inserendo all’attivo voci straordinarie del tutto teoriche. I conti greci sono oscuri, complicati e poco trasparenti, al punto che i veri numeri non li sanno neanche loro. E c’è il rischio che non abbiano più i soldi per le spese correnti, salari e pensioni. Ma asseriscono con fierezza che non alzeranno l’Iva e le pensioni non le toccheranno. Su quali basi pensano di raggiungere l’accordo?” Ora “è scattata l’emergenza, ma come dice Juncker non è tutto finito – aggiunge – Purché da Atene la smettano di fare annunci a vuoto, come quando dissero che avrebbero costretto i Comuni a versare al governo i loro redditi, misura di cui si sono perse le tracce. Un episodio che indica che Syriza non è riuscita a convincere le amministrazioni a collaborare. Però si troverà qualche forma di intesa che gli permetterà di arrivare, diciamo, a fine anno”.
 

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