14 numeri che ci dicono che l'Italia è ancora in crisi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-30

Il Sole 24 Ore: dai mutui ai consumi i livelli pre-crisi sono ancora lontani. E il recupero rispetto al 2007 sta avvenendo molto lentamente

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Ci sono 14 indicatori dell’economia italiana che ci spiegano che i livelli pre-crisi sono ancora molto lontani. E ci fanno anche sapere che rispetto al 2007 il recupero sta avvenendo molto lentamente. Il Sole 24 Ore pubblica oggi questa infografica in cui riepiloga lo stato di salute dell’economia italiana dal punto di vista delle famiglie. Tutti hanno un subito un crollo dal 2007 all’anno in cui è cominciata una risalita, ovvero 2013 o 2014. Ma l’andamento del grafico ci mostra che il cammino prima di tornare al solo punto di partenza è ancora molto lungo e difficile.

14 indicatori che ci dicono che l’Italia è ancora in crisi

Il primo parametro è quello del PIL pro capite, ovvero il rapporto tra il PIL prodotto e il numero di abitanti, di cui abbiamo parlato oggi: ammonta a 25.479 euro, un livello ben distante dai 28.699 del 2007, data a partire dalla quale è iniziata una progressiva discesa con il punto più basso toccato nel 2014 e con un divario record tra Nord (oltre 30mila euro per abitante) e Sud Italia (al di sotto dei 17mila). Inutile sottolineare anche che la media è al di sotto (e il divario si allarga) rispetto all’Unione Europea, il che se possibile è un dato ancora più allarmante perché dimostra che la risalita dovrà essere più rapida (ma non si sa come questo potrebbe avvenire) anche soltanto per rimetterci a ruota con il resto del Vecchio Continente. Una frattura che si riflette anche sul mercato del lavoro: se dal 2007 al 2015 il totale di occupati è sceso di 430mila, il Sud ne ha persi ben 516mila, mentre il Settentrione appena 90mila e il Centro ne ha “guadagnati” 177mila. Spiega il quotidiano:

La “seconda crisi” ha ristretto poi ulteriormente le fila della forza lavoro: oggi, rispetto all’annus horribilis 2013 (22,2 milioni di occupati), la situazione è in leggera ripresa, anche per effetto degli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato degli ultimi anni. Ma il quadro resta a tinte fosche, soprattutto per i giovani, e per tornare ai livelli del 2008 all’appello manca mezzo milione di occupati. Domani l’Istat ci dirà se la timida ripresa dei primi tre mesi del 2016 (+17mila occupati) sarà confermata o meno sul primo quadrimestre dell’anno.

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La tabella dei 14 indicatori sull’economia italiana (Il Sole 24 Ore, 31 maggio 2016)

A preoccupare anche il livello di indebitamento mentre gli asset finanziari migliorano lentamente. Anche il fronte dei consumi non regala soddisfazioni:

Oggi, rispetto al 2007, lo stock di passività accumulate vale oltre 900 miliardi, il 10% in più, con il momento più critico nel 2011, quando è stata raggiunta quota 928 miliardi, il record di sempre. Qualche spiraglio di luce è invece arrivato dagli asset finanziari: complice la ripresa dei mercati il valore del portafogli dei risparmiatori italiani è oggi a un soffio dei 3.900 miliardi del 2007. I dati si fermano al 2014 ma promettono bene anche quelli sul 2015, un anno caratterizzato dalla buona performance di Piazza Affari.
La strada è in salita sul fronte dei consumi: la spesa media delle famiglie resta al di sotto dei valori precrisi e spicca il calo dei beni durevoli (elettrodomestici, mobili, auto) scesi da 89,7 miliardi del 2007 a 72,3, anche se rispetto al 2013 c’è stato un recupero del 9 per cento. A calare è stato anche il numero di auto immatricolate (-37% in otto anni), con un rimbalzo nel 2014 e 2015, e il consumo di benzina e di gasolio (-19%).

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La tabella dei 14 indicatori sull’economia italiana – 2 (Il Sole 24 Ore, 31 maggio 2016)

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