Tutti gli insulti sessisti a Bebe Vio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-02-22

Il CODACONS segnala una pagina che incita alla violenza sessuale contro la campionessa paralimpica, lei si dice amareggiata e delusa e dichiara di aver denunciato gli autori. Ma purtroppo quella non è l’unica pagina che che promuove contenuti violenti nei confronti di Bebe Vio

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La campionessa paralimpica Bebe Vio si è dichiarata molto amareggiata dopo aver appreso la notizia che su Facebook era presente una pagina (con poco più di una trentina di like) che incitava alla violenza sessuale nei suoi confronti. La pagina “Fistare Bebe Vio con le sue stesse protesi” è stata segnalata dal CODACONS dopo che numerosi utenti avevano tentato di farla cancellare senza successo sentendosi rispondere che rispettava gli standard di comunità del social network. Il CODACONS ha chiesto alle Procure della Repubblica di Roma e Venezia, nonché alla Polizia Postale e all’Autorità per le comunicazioni, di “utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se i fatti esposti possano integrare fattispecie di illecito civile, amministrativo e penale, nella forma tentata e consumata, nonché individuare tutti i soggetti da ritenersi responsabili e di conseguenza adottare i dovuti ed eventuali provvedimenti sanzionatori”.
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La pagina che incita alla violenza sessuale contro Bebe Vio

La pagina al momento risulta non raggiungibile e quindi è stata rimossa, ma Bebe Vio ha potuto lo stesso vederla e ha commentato la vicenda che la vede suo malgrado protagonista con lo sconforto tipico di chi dopo aver fatto molto per aiutare gli altri e combattere per le buone cause diventa oggetto di odio, insulti e denigrazione. E non è purtroppo la prima volta.

Ho visto la pagina di Facebook che mi prendeva di mira, peraltro già rimossa. Sono amareggiata perché da anni lotto per gli altri e per le cause in cui credo (il mondo della disabilità, lo sport paralimpico, le vaccinazioni per la meningite, le associazioni Onlus e tutto lo stupendo mondo del volontariato) e trovo sbagliato che mi trattino così. Sono delusa perché mi fanno un po’ tristezza quelle persone che usano internet per insultare e denigrare gli altri, a prescindere dal motivo

La Vio ha anche fatto sapere di aver denunciato gli autori – al momento ignoti – della pagina che la prendeva di mira perché «ci vuole una risposta decisa a questi comportamenti». Nel frattempo molte persone, molte di più di quelle che hanno messo mi piace alla pagina incriminata hanno espresso la loro solidarietà a Bebe Vio, tra queste non poteva mancare la Presidente della Camera Laura Boldrini che da tempo conduce una battaglia contro l’hate speech, il bullismo online e gli insulti sessisti su Internet.
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In realtà la pagina Facebook incriminata non è l’unica che prende di mira la Vio facendola diventare un vero e proprio oggetto sessuale. Ce ne sono altre, ancora online e fortunatamente con pochissimi like (probabilmente quelli degli autori) che diffondono – ma è una parola grossa visto che non hanno nemmeno un post all’attivo – lo stesso tipo di contenuti di quella denunciata. Ad esempio è il caso di “Chiavarsi Bebe Vio utilizzando un sofisticato sistema di specchi e leve” una pagina che fa il verso ad una ben più famosa ovvero “Fabio Fazio si incula da solo con un complesso sistema di specchi e leve” e che fa leva sempre sulla disabilità della Vio.
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Disabilità sulla quale Bebe ha dimostrato in diverse occasioni di saper scherzare non immaginando certo che qualcuno che probabilmente si nasconde dietro il dito del black humour arrivasse a tanto.
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Per arrivare fino al finto sondaggio Libero che prende in giro contemporaneamente gli assurdi sondaggi del quotidiano di Vittorio Feltri che la disabilità della Vio.
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Insomma gli esempi non mancano e non possiamo far altro che notare che Bebe Vio sta subendo lo stesso trattamento di altre donne famose. Perché il punto è che Bebe Vio non viene insultata in quanto disabile, il riferimento alle protesi o a pratiche sessuali è solo un pretesto, ma in quanto donna. Ed è questo il problema dell’Internet, ma nel 2017 è ora di prendere coscienza che l’Internet non è più un luogo popolato esclusivamente da individui di sesso maschile come poteva essere fino ad una ventina di anni fa. La Rete insomma non è più la rappresentazione virtuale dello spogliatoio maschile di una palestra ma lo specchio della società.
Foto Copertina credits: Games Anatomy

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