Tocilizumab: torna a casa guarito il primo paziente trattato con il farmaco anti-artrite

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-26

La donna, 59 anni, è la prima paziente trattata con il Tocilizumab che torna a casa. Era stata ricoverata in gravi condizioni per una polmonite da Covid 19 a inizio mese

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Una delle pazienti trattate con il Tocilizumab all’ospedale Cotugno è guarita ed è tornata a casa. Lo racconta oggi il Mattino parlando del farmaco contro l’artrite usato contro il Coronavirus a Napoli.

Ne dà notizia il team dell’oncologo Paolo Ascierto che insieme al collega infettivologo Vincenzo Montesarchio ha iniziato nei giorni scorsi la cura con il farmaco che è ora sperimentato dall’Aifa. La donna, 59 anni, è la prima paziente trattata con il Tocilizumab che torna a casa. Era stata ricoverata in gravi condizioni per una polmonite da Covid 19 a inizio mese. Il 13 marzo è stata trattata con il farmaco anti-artrite. Le sue condizioni sono subito migliorate e ieri ha lasciato il reparto di Roberto Parrella del Cotugno.

«È un ulteriore segnale di attività del farmaco – dice Paolo Ascierto ma manteniamo il nostro cauto ottimismo». Una buona notizia che non è un caso isolato, come sottolinea Vincenzo Montesarchio: «Ottimi segnali – afferma vengono anche dagli altri pazienti trattati».

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Anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha parlato dell’uso del Tocilizumab nella sua regione: “Rispetto al protocollo nazionale, la sperimentazione che noi stiamo facendo, in particolare a Pescara, con il professor Parruti, e’ l’utilizzo precoce di questo medicinale (Tocilizumab) sui pazienti affetti da Covid-19 che sembrerebbe avere un effetto molto importante che e’ quello di bloccare il progresso dell’infiammazione sui polmoni”. “Rispetto a questa sperimentazione in corso c’e’ anche uno studio scientifico, accademico che avvalora questa ipotesi che e’ fatto dall’Universita’ dell’Aquila, dal professor Giacomelli, che e’ un immuno reumatologo”. “Negli stessi giorni in cui a Pescara lo stanno sperimentando”, ha aggiunto Marsilio, “Giacomelli ha condotto uno studio scientifico che ho trasmesso al nostro Comitato tecnico scientifico. Se questa sperimentazione portasse come risultato non dico all’eliminazione, ma a una forte riduzione del numero delle persone che una volta infette vanno in crisi respiratoria e hanno bisogno di essere intubati, avremmo risolto una parte molto importante di questa battaglia, perche’ questo medicinale non combatte questa malattia, non impedisce il contagio, ma ne ferma la sua progressione mortale”.

Francesco Le Foche, responsabile del Day Hospital di immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I Università La Sapienza di Roma, fa invece sapere che è molto difficile attualmente trovarlo: “Il farmaco per l’artrite Tocilizumab è difficile, se non impossibile, da reperire in questi giorni negli ospedali. Non abbiamo mai avuto una richiesta così alta e la forte carenza è dovuta alla grande richiesta per l’utilizzo in pazienti con Covid-19”. In generale, nel nostro ospedale come in altri, spiega l’immunologo, “abbiamo un numero di pazienti con artrite che necessitano del medicinale molto inferiore rispetto a quelli che stanno arrivando con Covid. Inoltre, nelle artriti questo farmaco biologico va somministrato in dosi molto più basse. Di qui la difficoltà a reperirlo ora nelle farmacie ospedaliere, sia per i malati reumatici che per quelli Covid”.

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