Tiktok non c’entra con la morte del bambino di Bari. Ma…

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-01-27

Il bambino trovato impiccato a Bari non avrebbe voluto suicidarsi. E non avrebbe neanche partecipato a una challenge su Tiktok. Non aveva neanche un telefonino personale del resto. Ma la vicenda della bimba di Palermo morta pochi giorni fa potrebbe comunque costituire un legame

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Il bambino trovato impiccato a Bari non avrebbe voluto suicidarsi. E non avrebbe neanche partecipato a una challenge su Tiktok. Non aveva neanche un telefonino personale del resto. Ma la vicenda della bimba di Palermo morta pochi giorni fa potrebbe comunque costituire un legame. Infatti il piccolo ne aveva sentito parlare. E, come scrive il Corriere, potrebbe aver emulato il gesto come se fosse un gioco, ma non aveva intenzione di morire:

Il bambino era a conoscenza di quanto accaduto a Palermo, sapeva di quella ragazzina di 10 anni morta per soffocamento pochi giorni prima mentre girava un video su TikTok, il social degli adolescenti, e probabilmente era rimasto colpito visto che in casa ne avevano anche parlato. È quanto trapela dalla prima fase delle indagini sulla tragedia che si è consumata lunedì pomeriggio in un appartamento del quartiere San Girolamo di Bari, rione affacciato sul litorale nord della città, dove un bimbo di nove anni si è impiccato nella sua cameretta. Secondo quanto emerso fino a questo momento, all’origine del dramma non ci sarebbe una folle sfida sui social né una prova di coraggio annidata nelle pieghe di una oscura chat tra ragazzini: la tragedia potrebbe invece essere la feroce conseguenza di un terribile gioco, innescato forse da un atto di emulazione. Questa l’ipotesi che sembra prendere consistenza tra gli investigatori della Squadra mobile, impegnati nel tentativo di fare luce su quanto celato oltre la porta di quella cameretta rimasta silenziosa fino a quando la madre non è entrata e ha scoperto il corpo del figlio. Secondo la polizia il bambino non ha scelto la morte, ma ha perso conoscenza per la pressione al collo eaquel punto era troppo tardi per rianimarlo.

In ogni caso l’indagine contro ignoti per istigazione al suicidio aperta dal procuratore Roberto Rossi e dalla pm Angela Morea rimane in piedi. Anche per poter procedere agli accertamenti sui cellulari e gli altri dispositivi elettronici sequestrati alla famigli, un computer e una playstation.

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