Terremoto a Norcia, Arquata e Accumoli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-01

Alle 2:02 l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 4.1 con ipocentro a 8 km di profondità ed epicentro 4 km di distanza da Norcia (Perugia), 13 da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e 14 da Accumoli (Rieti).

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Una sequenza sismica è in corso nel Centro Italia, nella stessa zona colpita dai potenti eventi tellurici del 2016 e 2017. Alle 2:02 l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 4.1 con ipocentro a 8 km di profondità ed epicentro 4 km di distanza da Norcia (Perugia), 13 da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e 14 da Accumoli (Rieti). Al momento non si hanno informazioni su eventuali danni a persone o cose.

Terremoto a Norcia, Arquata e Accumoli

Il sisma è stato seguito dopo pochi muniti da due repliche di magnitudo 3.2 e 2 nella stessa zona e preceduto ieri sera da altre quattro scosse di magnitudo comprese tra 2.8 e 2 con epicentro invece vicino Trevi (Perugia). Le scosse di magnitudo 4.1 e 3.2, in particolare, sono state avvertite distintamente anche nel Reatino, dove al momento non si segnalano comunque danni. La gente è scesa in strada ad Amatrice, Accumoli e Cittareale, alcuni dei comuni del Reatino colpiti dal sisma dell’agosto 2016, in seguito alla forte scossa di magnitudo 4.1 registrata a Norcia (Perugia) alle 2:02 di questa notte insieme ad alcune repliche. Al momento i Vigili del fuoco non segnalano danni nei comuni reatini già segnati dal sisma di tre anni fa.

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Sono state avvertite distintamente anche nelle province di Ascoli Piceno, Macerata e Ancona le due scosse principali (magnitudo 4.1 e 3.2) della sequenza sismica in corso nel Centro Italia, dove comunque non vengono segnalati al momento danni. Sulla suo profilo Facebook, il geologo Emanuele Tondi dell’Università degli studi di Camerino (Macerata) afferma: “La zona epicentrale è sempre quella della sequenza sismica iniziata tre anni fa. La zona di faglia è quindi ancora quella del Monte Vettore-Monte Bove. Si tratta di una ripresa della sequenza, sempre possibile e che non era per nulla terminata. Negli ultimi tre mesi si sono verificati numerosi terremoti, anche se molti non li abbiamo percepiti. Purtroppo, la zona destabilizzata è molto grande e la sequenza di aftershocks lunga”.

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