Tasse locali, lo stop alle rottamazioni le fa rivivere come zombie

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-17

Le norme su Equitalia non si possono estendere alle società scorporate del fisco locale presenti in centinaia di Comuni. Salta anche lo stralcio dei mini debiti

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Una sentenza della Consulta dice stop alle rottamazioni e fa rivivere alcune tasse locali. I giudici costituzionali sono stati chiamati a decidere sulla legittimità di una norma che proroga fino al 2032 i termini entro cui gli agenti della riscossione devono comunicare agli enti creditori l’addio alle vecchie cartelle ormai impossibili da incassare. La Consulta ha stabilito che le società scorporate da Equitalia, e attive nella riscossione dei tributi locali, non sono equiparabili all’«agente della riscossione: non fanno parte del sistema “pubblico” della riscossione». A queste società non si applica la maxi-proroga delle comunicazioni di inesigibilità e nemmeno le tre rottamazioni e gli stralci che riguardano «i carichi affidati agli agenti della riscossione».

La decisione della Consulta impatta su tre rottamazioni di milioni di cartelle nate fra 2000 e 2006 per Ici, Tarsu, multe e altri tributi locali sparse in centinaia di Comuni.

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Spiega oggi Il Sole 24 Ore che sui tavoli della Corte costituzionale è arrivata la Soget, che da Novara a Monza, da Teramo a Lecce passando per Salerno fino a Catanzaro lavora per oltre 300 Comuni e spiega nel proprio sito istituzionale di essere impegnata con amministrazioni locali «in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana e Umbria, attraverso una rete di 80 filiali». Ma dalla Sorit (concentrata a Ravenna e negli enti della Romagna) alla campana Geset e alla calabrese Sogert, sono molte le società sparse sul territorio che hanno avuto (e hanno) in gestione le entrate di centinaia di Comuni dall’estremo Nord al profondo Sud.

Foto copertina da: Flickr

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