Coronavirus: cosa succede alla Svezia che non chiude tutto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-02

E’ vero, la Svezia sta adottando un approccio diverso alla pandemia di Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. A differenza dei suoi vicini, Danimarca, Finlandia e Norvegia, non ha chiuso né i confini né le scuole, e non ha vietato gli “assembramenti”. Ma c’è chi dice che così il governo porterà il paese a una catastrofe annunciata. E intanto i casi aumentano sempre più velocemente

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Mentre il resto d’Europa si trova in lockdown e chiude i confini e le imprese, la Svezia sta adottando un approccio diverso alla pandemia di Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. A differenza dei suoi vicini, Danimarca, Finlandia e Norvegia, la Svezia non ha chiuso né i confini né le scuole, e non ha vietato gli “assembramenti” o chiuso le attività considerate non essenziali. Il paese è adottato un approccio diverso, confidando nell’adozione di misure volontarie e più morbide con lo scopo di ritardare la diffusione del virus.

Coronavirus: cosa succede alla Svezia che non chiude tutto

Un reportage di CNBC racconta che l’approccio laissez-faire ha attirato critiche anche dagli epidemiologi del paese: Anders Tegnell, a capo dell’agenzia locale per la sanità pubblica, ha dichiarato a CNBC che la Svezia sta perseguendo con altri mezzi gli stessi obiettivi degli altri paesi: “Tutti i paesi europei stanno sostanzialmente provando a fare la stessa cosa: cerchiamo di rallentare il più possibile la diffusione di SARS-COV-2 senza far smettere di funzionare la sanità e la società. Abbiamo adottato misure volontarie perché è così chei siamo abituati a lavorare, e finora ha funzionato”. Alla fine di marzo erano 3700 i casi di coronavirus con 110 morti.

Tegnell ha spiegato che per adesso il tasso di letalità di COVID-19 in Svezia è meno forte rispetto ad altri paesi e che i sondaggi di opinione hanno mostrato che l’opinione pubblica svedese è favorevole all’approccio. Ma non ha escluso misure più rigorose se ci fosse un forte aumento dei casi. La scorsa settimana il primo ministro Stefan Löfven ha detto che potrebbe mettere in quarantena Stoccolma se l’epidemia peggiorasse, ma che attualmente non c’è una discussione in atto su questo, insistendo che la diffusione del virus dipende dai comportamenti individuali. Il governo ha raccomandato di lavorare da casa e di non uscire, oltre a invitare gli anziani ad evitare i contatti sociali. Sono stati promossi e spiegati i comportamenti virtuosi come lavarsi le mani regolarmente mentre ristoranti, bar e caffetterie sono stati invitati a offrire servizi al tavolo. Il governo ha anche vietato le riunioni di oltre 50 persone di recente dopo aver sospeso anche quelle da 500, chiudendo università e college ma lasciando aperte le scuole frequentate da minori di 16 anni.

I casi di Coronavirus in Svezia e l’approccio diverso del governo

Gli svedesi hanno una grande fiducia nelle loro istituzioni e questo ha contribuito a migliorare l’approccio senza divieti alla crisi del Coronavirus. Ma l’economia svedese non sta sfuggendo alla crisi innescata nel continente: la Banca Centrale Svedese ha previsto una contrazione del PIL pari al 4% nel 2020. L’Istituto nazionale per la ricerca economica (NIER) ha affermato allo stesso tempo che “si profila un rallentamento economico particolarmente profondo”. Si aspetta che il pil svedese si contragga del 6% nel secondo trimestre e del 3,2% per l’intero 2020. Ma la stessa cosa succede ai vicini: la Banca centrale danese ha annunciato che prevede che il prodotto interno lordo scenderà dal 3 al 10% nel 2020 a causa della crisi della pandemia in corso. “La comparsa del coronavirus e le misure attuate per contenere la sua diffusione hanno portato a una forte contrazione dell’attività economica”, scrive in un comunicato stampa l’istituzione monetaria, che specifica che il declino dell’economia sarà “ampio ma temporaneo”. E venerdì scorso il governo norvegese ha annunciato una possibile contrazione tra l’1,5 e il 7% del pil quest’anno. L’economia del Paese, il più grande produttore di idrocarburi nell’Europa occidentale, è doppiamente influenzata dagli effetti della pandemia e dalla caduta dei prezzi del petrolio.

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Coronavirus: il paragone tra Cina, Italia, Svezia, Spagna e Stati Uniti (fonte)

Ma c’è anche chi segnala che la crescita dei casi, nonostante numeri di partenza ancora piuttosto piccoli, sia in questo momento importante anche in Svezia e che questo porterà prima o poi a un lockdown anche lì. Intanto nel settore dei servizi diverse aziende sono prive di domanda e la produzione è alle prese con la rottura delle catene di approvvigionamento. La scorsa settimana il governo ha annunciato un pacchetto di aiuti per le piccole e medie imprese garantendo il 70% del capitale per i nuovi prestiti che le banche concederanno. L’esecutivo ha introdotto un sostegno per l’affitto e ricominciato a “scontare” i contributi previdenziali.

La Svezia e il lockdown prossimo venturo

Il Guardian racconta che l’atteggiamento ha a che fare con il classico stoicismo svedese, ma all’interno della comunità scientifica e medica non sono per niente d’accordo sull’atteggiamento del governo. Una petizione firmata da oltre 2000 medici e scienziati, tra cui il presidente della Nobel Foundation Carl-Henrik Heldin ha invitato il governo a introdurre il prima possibile misure di contenimento più rigorose. “Non stiamo facendo abbastanza test, non stiamo monitorando, non stiamo isolando abbastanza – abbiamo lasciato andare il virus”, ha detto la professoressa Cecilia Söderberg-Nauclér, ricercatrice di immunologia virale presso l’Istituto Karolinska: “Ci stanno portando alla catastrofe”. In un’intervista rilasciata oggi al Secolo XIX l’infermiere italiano che lavora in Svezia Francesco Vaccarezza denuncia un’altra realtà: «Quel numero si riferisce ai malati ricoverati in condizioni critiche. Le stime ufficiose parlano di un milione di contagiati, su una popolazione di dieci milioni. Ci sono stati due morti under 30 ma nessuno ne parla, la curva dei decessi è salita da 30 a 180 in una settimana e per la prossima ce ne aspettiamo 400». Lui stesso, in quarantena a casa perché accusa tosse, non sa se è positivo o meno nonostante lavori in sala operatoria: «Le autorità vogliono perseguire la linea dell’immunità di gregge, ma a quale costo? E perché non viene detto esplicitamente? Vengono addirittura fornite indicazioni sbagliate, ad esempio che i bambini non trasmettono la malattia. Mio figlio lo sto tenendo a casa da tre settimane, ma le scuole sono aperte».

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Il tweet di Ian Birrel: “Now look at this graph showing the divergence in deaths – especially the Swedish gap opening up with Denmark soon after it went into lockdown”.

Per adesso però il sistema tiene e lo stesso Tegnell dice che non pensa a un lockdown a Stoccolma anche se i casi aumentano troppo rapidamente. C’è anche chi parla della strategia di mitigazione, che comporta consentire al virus di diffondersi lentamente senza schiacciare il sistema sanitario e senza ricorrere a restrizioni draconiano. Era l’approccio del Regno Unito, Boris Johnson nel frattempo si è ammalato di Coronavirus e il governo se lo è rimangiato. Intanto è stato allestito un ospedale da campo da 600 posti alla fiera di Stoccolma. Secondo Tegnell un blocco perpetrato per mesi rischia di stressare il tessuto sociale ed economico. Ma c’è anche chi accusa il governo di aver deciso scientemente di lasciar morire persone. Mentre la crescita di COVID-19 diventa sempre più tumultuosa e presto anche la Svezia avrà carenze nella terapia intensiva ma forse a quel punto sarà troppo tardi per agire.

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