Super euro, chi ci perde e chi ci guadagna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-09-08

Una scheda dell’AGI spiega: l’euro forte rappresenta un vantaggio per chi compra dall’estero e uno svantaggio per chi vende all’estero. In pratica, danneggia l’export, rendendo meno competitivi i nostri prodotti

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L’euro ha sfondato quota 1,20 sul dollaro, un livello che non toccava dal gennaio 2015. Dietro il super euro c’è la ripresa dell’economia europea e le incertezze sulla politica di Donald Trump e sulle future mosse della Fed, che hanno indebolito il biglietto verde. Ma che vuol dire concretamente per tutti noi avere a che fare con un euro forte? In questa scheda dell’AGI si spiega. Fondamentalmente l’euro forte rappresenta un vantaggio per chi compra dall’estero e uno svantaggio per chi vende all’estero. In pratica, danneggia l’export, rendendo meno competitivi i nostri prodotti e avvantaggia chi compra dall’estero, o chi si reca fuori dai confini nazionali. Ma vediamo più nel dettaglio i pro e i contro.

Super euro, i vantaggi


Viaggi all’estero più convenienti. Per il turista che si reca in un Paese straniero, in particolare negli Usa, l’euro forte consente un cambio più vantaggioso e da’ piu’ potere d’acquisto, non solo nello shopping, ma in tutte le forme di pagamento: dagli hotel, ai ristoranti, alle spese per i trasporti. – Prezzo benzina tende a calare. Il costo dei carburanti, al netto delle tasse, tende a diminuire, o quantomeno a stabilizzarsi. – Bollette energetiche piu’ basse. I beni di importazione, a partire da quelli energetici, costano meno e quindi e’ previsto un risparmio nella bolletta energetica, anche se gli aggiustamenti dei prezzi non sono automatici e quindi i vantaggi per le nostre tasche si faranno sentire a scoppio ritardato. – Mutui e prestiti meno cari. L’euro forte non impedirà il tapering della Bce, ma probabilmente lo rallentera’. Inoltre spingera’ la Bce a mantenere a lungo i tassi di interesse all’attuale livello, cioe’ quasi a zero. Questo consentirà di tenere bassi i tassi sui mutui e sui prestiti. – Importazioni favorite. Le aziende potranno comprare a costi piu’ contenuti beni e soprattutto materie prime dall’estero, abbassando costi di produzione.

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Il cambio euro-dollaro dal 2007 (Corriere della Sera, 30 agosto 2017)

Super euro, gli svantaggi


Export penalizzato. Le aziende che esportano, quindi in teoria tutto il made in Italy, saranno svantaggiate perche’ le merci prezzate in euro avranno un valore piu’ alto rispetto a quelle in dollari o in altre valute, perdendo competitivita’. La penalizzazione sara’ tanto piu’ forte per quei prodotti i quali, piu’ che sulla qualita’, puntano sulla convenienza di prezzo. – Borse, penalizzate aziende export. Il super euro penalizza le aziende quotate specializzate in export e quindi in particolare la Borsa di Milano, in cui il peso di queste aziende e’ molto forte. – Costi bancari tendono a salire. I bassi tassi di interesse, che l’euro forte tende a mantenere, indeboliscono i profitti delle banche, le quali, per rifarsi, aumentano i costi de loro servizi. – Rischio calo turisti in Italia. L’alto tasso di cambio dell’euro non incoraggia l’afflusso di turisti, specie quelli Usa, che potrebbero preferire mete in cui il dollaro ha piu’ valore. – La trappola dei prezzi troppo bassi. Draghi l’ha detto chiaro: l’euro forte e’ una “fonte di incertezza” per le sue implicazioni a medio termine sull’outlook dell’inflazione dell’Eurozona. In pratica, non favorisce un aumento dei prezzi, li mantiene bassi troppo a lungo. In questo caso, il vantaggio a breve per i consumatori si tramuta in uno svantaggio a medio e lungo termine, poiche’ crea instabilita’ e incertezza, a danno della crescita dell’economia e dell’occupazione.

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