Il suicidio di Jeffrey Epstein

di Armando Michel Patacchiola

Pubblicato il 2019-08-10

Epstein, che rischiava fino a 45 anni di carcere, era in attesa di giudizio per il reato di abuso sessuale su minori e sfruttamento della prostituzione minorile. L’uomo si era dichiarato non colpevole

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Sabato mattina Jeffrey Epstein, multimiliardario finanziere molto conosciuto negli ambienti che contano e grande amico del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e di uno dei suoi predecessore Bill Clinton, è morto. L’uomo è stato trovato nella sua cella del Metropolitan Correction Center di Manhattan in condizioni di salute gravissime. L’ FBI sta ancora indagando sulle dinamiche della morte, avvenuta all’arrivo al Presbyterian-Lower Manhattan Hospital di New York, anche se in molti pensano si tratti di un suicidio. Non è chiaro se l’uomo sia stato trovato in arresto cardiaco o se è stato trovato impiccato.

Il suicidio di Jeffrey Epstein

Epstein, che rischiava fino a 45 anni di carcere, era in attesa di giudizio per il reato di abuso sessuale su minori e sfruttamento della prostituzione minorile. L’uomo si era dichiarato non colpevole dell’accusa avanzata dalla Procura di New York e aveva chiesto invano di attendere il giudizio nella sua villa di sette piani nell’Upper East Side sorvegliata dalle guardie di sicurezza 24 ore su 24, a sue spese. Ma il procuratore federale ha rifiutato ritenendo troppo alto il pericolo di fuga. Secondo l’accusa, tra le vittime ci sarebbero anche quattordicenni, alcune sarebbero state adescate in una scuola della Florida. I crimini si sarebbero verificati nelle residenze di Epstein a Manhattan e Palm Beach, in Florida, e sarebbero avvenuti dal 2002 al 2005. Molte ragazze sarebbero state stuprate dopo esser state trascinate in uno stanzino, dove su un lettino avevano massaggiato il 66enne. Secondo l’accusa Epstein avrebbe usato il potere e il denaro per far leva e far invaghire le giovani, inducendole poi alla prostituzione. Parte delle accuse sarebbero nate dal ritrovamento di materiale video nella cassaforte del suo attico a Manhattan. Altri dettagli sarebbero emersi dallo scorso venerdì e avrebbero riguardato molte personalità importanti. Anche se, secondo gli esperti, non sarebbero stati queste nuove prove a far precipitare nella disperazione il ricco 66enne. Già dallo scorso 23 luglio il ricco finanziere aveva provato (presumibilmente) a suicidarsi, ma nonostante fosse stato trovato in arresto cardiaco e con evidenti segni sul collo, i medici sono riusciti a salvargli la vita. Da quel momento Epstein era stato messo in guardia carceraria. In passato il ricco magnate aveva ricevuto numerose accuse di reati simili e nel 2008 aveva persino passato un periodo detenzione in Florida, ma la sua reputazione di investitore miliardario, filantropo e sofista era uscita indenne. Oltre alle sue case in Florida e New York, il ricco magnate possedeva anche un’isola privata nelle Isole Vergini degli Stati Uniti, un ranch nel New Mexico e una residenza a Parigi.

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