I 1700 euro spesi dal sindaco di Ferrara per comprare 385 crocifissi per le scuole

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-01

I crocifissi sono destinati a nidi, asili e scuole elementari e medie di proprietà comunale

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Il Comune di Ferrara, dal 9 giugno guidato dal sindaco leghista Alan Fabbri, ha ordinato 385 crocifissi, in vista dell’avvio dell’anno scolastico: l’amministrazione ha voluto dotare dell’arredo le scuole di sua proprietà, dopo aver fatto un censimento sul numero di aule sprovviste. “Senza fare clamore posizioniamo un crocifisso. Crediamo sia simbolo, oltre che religioso, di identità storico-culturale, di pace e di amore, aperto a tutti e legato alle nostre radici cristiane e al rispetto delle tradizioni”, spiega al Resto del Carlino il primo cittadino, che dice di essere un “non praticante”, e di aver fatto così anche quando guidava il Comune di Bondeno: “In questo momento in cui le scuole sono chiuse e nel silenzio per evitare strumentalizzazioni, attacchi o esaltazioni”.

I 1700 euro spesi dal sindaco di Ferrara per comprare 385 crocifissi per le scuole

Secondo il quotidiano la spesa complessiva è stata di 1.703 euro per acquistare un ‘modello base’ con croce in legno e corpo in lega di metallo argentata. Ordinati alla ditta riminese Semprini, i crocifissi sono destinati a nidi, asili e scuole elementari e medie di proprietà comunale.

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A Ferrara la Lega ha festeggiato la vittoria alle elezioni comunali coprendo con la bandiera del partito di Salvini lo striscione “Verità per Giulio Regeni fatto esporre da Amnesty International sullo scalone principale della sede del Comune. La bandiera, racconta L’Estense, era stata esposta prima dell’arrivo di Fabbri in Comune. Il gesto però è stato condannato da molti sui social network come esempio e simbolo della “barbarie” incipiente. Senza dubbio si è trattata di una grave mancanza di rispetto nei confronti della memoria del giovane ricercatore ucciso in Egitto nel 2016 in circostanze ancora del tutto da chiarire. Proprio qualche giorno fa lo striscione era “scomparso”, staccato dalla balaustra dello scalone del palazzo municipale e ritrovato dopo poco presso le mura Estensi.

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