Silvia Savoldi e Roberto Belli: si può vivere davvero con due euro al giorno?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-08-24

Lo strano elogio della vita frugale del Corriere che tesse le lodi di una coppia che riesce a vivere con appena 15 euro a settimana e ad essere felice. Ma dimentica di raccontare alcuni dettagli importanti che aiutano a capire come lo stile di vita di Silvia e Roberto forse non sia alla portata di tutti

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Qualche giorno fa il Corriere della Sera ci raccontava la storia di Silvia Savoldi e Roberto Belli una coppia residente a Borgo San Pietro di Asola, nel mantovano, che ci spiega come vivere con due euro al giorno. I due infatti sostengono di riuscire a vivere – non sopravvivere – con appena 60 euro al mese. Quindici euro a settimana sono in effetti un record per due persone che sostengono di riuscire a vivere una vita più che dignitosa. Non stiamo certo parlando di due senzatetto ma di una coppia che vive in una casa normale e conduce un’esistenza sostanzialmente in linea con quella della media delle famiglie italiane.

Il miracolo dell’autoproduzione

Da qualche tempo i due sono un piccolo caso giornalistico. Non è la prima volta che vengono intervistati per spiegare come si fa ad essere felici con poco. A quanto pare tutti sono curiosi di conoscere qual è il loro metodo e Silvia nel 2015 ha pure pubblicato un libro dal titolo «Io faccio così» dove spiega appunto come cavarsela con poco. Certo, bisogna fare qualche sacrificio e rinunciare a qualche “lusso”. Perché Roberto ha fatto un calcolo: il loro stile di vita “costa” 180 euro all’anno. Un anno però vissuto senza mai andare al ristorante o in pizzeria, e nemmeno al cinema. Anche perché Roberto un lavoro fisso non ce l’ha. Fa l’operaio a chiamata, e ovviamente si deve occupare dell’orto. Silvia che è sorda ha rinunciato a trovare lavoro e fa la casalinga facendosi bastare una modesta pensione di invalidità di 520 euro al mese.

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Un’intervista a Silvia Savoldi apparsa sul Giornale di Brescia a Marzo (fonte: Facebook.com)

Un dato questo che curiosamente non emerge dal pezzo del Corriere. Ma che è invece riportato nei due pezzi dedicati ai metodi di autoproduzione di Roberto e Silvia su Fidelity House. Perché per quanto straordinaria l’esperienza della coppia mantovana non è alla portata di tutti. Certo, i due sono vegetariani, quindi rinunciano in partenza ad alimenti costosi come i prodotti di origine animale. Magari non tutti lo sono ma come si suol dire si può fare di necessità virtù. Al di là delle tecniche per risparmiare e per fare il sapone in casa risparmiando decine di euro i due possono anche contare su un orto e su un frutteto dal quale si procurano verdura e ortaggi. Insomma se vivete in città e non avete lavoro (o lavorate molto saltuariamente) semplicemente è impossibile vivere con due euro al giorno. Perché da qualche parte il cibo, ovvero l’unica cosa davvero necessaria, dovrete procurarvelo. L’alternativa sarebbero i cassonetti, ma ovviamente non sarebbe una soluzione dignitosa.

Come si pagano le spese di casa?

C’è un altro aspetto che nell’elogio della vita frugale fatto dal Corriere non viene menzionato. Roberto e Silvia hanno rinunciato alla televisione (e capirai, sono moltissimi gli italiani che per partito preso non la guardano più perché dice solo bugie) ma non ad Internet. Silvia infatti è l’autrice di un blog di ricette di cucina, Il Cucchiaio Fatato di Silvia, e spiega che in fondo Internet è il loro unico lusso. Va da sé che nei due euro al giorno non siano comprese le spese per la corrente elettrica o per altre utenze (e le eventuali tasse).

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Il libro di Silvia sull’autoproduzione (fonte: Facebook.com)

Silvia e Roberto spiegano che l’energia elettrica per gli elettrodomestici (perché li hanno, come tutti) proviene dai pannelli solari. Ma chi ha installato sulla propria abitazione dei pannelli solari sa che le cose non funzionano solo così. Ad eccezione di alcune abitazioni che non sono raggiunte dalla rete elettrica l’energia prodotta dai pannelli deve essere rimessa in rete, in sostanza venduta al gestore che poi applicherà uno sconto (modesto ma sul lungo periodo conveniente) sull’acquisto di corrente elettrica. Certo, si possono in teoria installare delle batterie e degli accumulatori, ma hanno un costo elevato.
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Silvia e Roberto tengono corsi di cucina vegetariana dove spiegano anche come produrre in casa farine e saponi (fonte: Facebook.com)

E a quanto pare i due non devono nemmeno pagare l’affitto perché la casa è di proprietà. Si scopre così, ma nemmeno questo il Corriere lo scrive, che sono i genitori ad aiutare la coppia a pagare le rate del mutuo e, è possibile immaginare, quelle per l’acquisto dei pannelli. È vero che sono molti gli italiani che contano sull’aiuto dei genitori per poter far fronte ad alcune spese e al mutuo. Una situazione che non è proprio ideale ma che consente a tanti di farsi una famiglia anche con uno stipendio modesto. Non c’è beninteso nulla di sbagliato nel vivere come Silvia e Roberto – anzi risparmiare e non sprecare sono due precetti fondamentali, a prescindere che si spendano due o mille euro al giorno –  e dal momento che la felicità è qualcosa di soggettivo non c’è alcun dubbio che i due vivano una vita felice. Il problema nasce quando un quotidiano come il Corriere sponsorizza uno stile di vita senza raccontare davvero come, per molti, lo stile dell’autoproduzione adottato da Silvia e da suo marito come qualcosa alla portata di tutti.

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