La Sicilia chiusa fino al 7 giugno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-27

Rispetto al resto d’Italia cinque giorni in più di limitazioni agli arrivi. Tenendo sott’occhio sempre la curva dell’epidemia. Ma poi niente test né tamponi: chi verrà dovrà solo registrarsi

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La strategia della Sicilia nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 prevede la chiusura dei confini dell’isola fino al 7 giugno ma niente test all’ingresso né tamponi: chi arriverà dovrà solo registrarsi. Mentre a livello nazionale si ragiona sulla riapertura dei confini regionali già da mercoledì prossimo, Repubblica Palermo fa sapere oggi che nel cerchio ristretto di Nello Musumeci si ragiona invece sulla possibilità di mantenere l’obbligo di quarantena per una settimana ancora.

La Sicilia chiusa fino al 7 giugno

«L’ordinanza del presidente — è il ragionamento che si ascoltava ieri all’assessorato regionale alla Salute — scade il 7 giugno e questo ci consente di avere cinque giorni in più per valutare la situazione epidemiologica. Finora, del resto, le ordinanze sono partite sempre dopo il weekend».  Per questo si ipotizza il prolungamento della quarantena: mantenendo l’obbligo di isolamento si blocca di fatto il turismo, in attesa di capire come partire.

Nel sud a basso contagio, però, la Sicilia è quasi una voce isolata: i governatori di Campania e Puglia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, hanno ad esempio difficoltà maggiori a controllare i propri confini, e dunque frenano un po’ sull’apertura incondizionata. Sul tavolo c’è dunque l’ipotesi di consentire gli spostamenti solo fra regioni con lo stesso livello di contagi, ma se quest’idea dovesse prendere piede la Sicilia sarebbe costretta a rinunciare a un’ampia fetta del proprio bacino turistico: dalle cinque regioni con più di diecimila casi (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana) nel 2019 sono arrivati secondo i dati dell’Osservatorio turistico di Palazzo d’Orléans un milione e 800mila pernottamenti, il 24,3 per cento del totale del turismo nazionale, mentre alla sola Lombardia, vero epicentro dell’epidemia fino a questo momento, si deve il 13,7 per cento delle presenze italiane nell’Isola. Tutte le regioni del sud, ovviamente Sicilia esclusa, producono invece il 22,4 per cento dei pernottamenti nazionali, in un sistema che comunque perderebbe il 50 per cento delle camere prenotate per effetto della chiusura delle frontiere internazionali.

nello musumeci sondaggi centrodestra sicilia

Intanto però anche la Sicilia, come la Sardegna, sta abbandonando l’ideona della patente di immunità o sanitaria che vedeva fino a ieri il governatore sardo Solinas come uno dei principali sostenitori:  per entrare sarà necessario registrarsi sul sito www.siciliacoronavirus.it e tenere sotto controllo gli eventuali sintomi, ma niente test sierologici o tamponi. «Un sistema di controllo ulteriore — specificano da Palazzo d’Orléans — rischierebbe addirittura di essere controproducente». Almeno da quelle parti nessuno blatera di autocertificazione: è già qualcosa.

Leggi anche: Sardegna e Coronavirus: ora Solinas punta sull’autocertificazione (!)

 

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