Perché la Lombardia rischia di rimanere chiusa dopo il 3 giugno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-27

Restano potenzialmente infettivi 25 abitanti su 10mila, la media italiana è 9,2. L’indice di rischio a 2,4

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Nonostante i numeri dicano che l’epidemia di Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 in Lombardia sia in regressione, la regione rischia di rimanere chiusa anche dopo il 3 giugno, data fissata per la riapertura dei confini e per la liberalizzazione della circolazione nel resto d’Italia. L’incremento dei nuovi casi ieri avanza percentualmente sotto l’1% contro le punte del 30% di marzo, quando si sono registrati fino a 3200 nuovi casi in un giorno (l’indice è sceso stabilmente sotto il 10% a fine marzo, e poi al 2-3% ad aprile). I nuovi ricoveri sono inferiori ai dimessi ormai dal 6 aprile (nell’ultima settimana viaggiano intorno al meno 1%), lo stesso avviene per le Terapie intensive(meno 5%). Eppure, spiega oggi Simona Ravizza sul Corriere della Sera, i numeri che preoccupano sono quelli meno noti:

Per capire perché è in ballo l’ipotesi che i suoi confini possano non essere riaperti dal 3 giugno — opzione che si spera di scongiurare — bisogna allora fare ancora uno sforzo. E guardare quelli che in gergo chiamano indice di rischio netto e indice di rischio potenziale. Sono rispettivamente i «nuovi contagi settimanali» e il «numero di malati complessivi» rispetto alla popolazione (su 10 mila abitanti). È anche su questi parametri che deve essere concentrata l’attenzione degli esperti per decidere il via libera ai movimenti extraregionali.

Lo spiega l’epidemiologo Vittorio Demicheli che fa parte della cabina di regia del ministero della Salute in rappresentanza delle Regioni: «In base all’ultimo monitoraggio della scorsa settimana, la Lombardia ha 2,4 nuovi contagi a settimana ogni 10 mila abitanti. Il Veneto e la Toscana sono a 0,4, Sardegna e Sicilia a 0,1. In sintesi vuole dire che, vivendo in Lombardia, il rischio di sviluppare la malattia nel corso di una settimana è pari a 2,4 casi ogni 10 mila abitanti». In assoluto,inoltre, visti i 24.477 malati attuali (di ieri il calo più importante, meno 700), sono presenti e ancora potenzialmente infettivi 24 soggetti ogni 10 mila abitanti (erano 25 fino a lunedì), contro la media italiana del 9,2.

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Coronavirus: i numeri di Lombardia e Piemonte (Corriere della Sera, 27 maggio 2020)

Per questo la riapertura dei confini della Lombardia potrebbe essere spostata di una settimana. E anche il Piemonte è a rischio, visto che rimane la seconda regione più colpita: in trenta giorni, i casi sono passati da 9.795 a 26.289, per un totale di ben 16.494. Numeri che hanno trasformato la Regione nel nuovo grande malato d’Italia. Ma da inizio maggio il numero giornaliero dei nuovi contagiati è calato di due terzi.

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