Attualità
«La scuola a settembre non riapre con queste regole»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-06-01
La protesta dei presidi: «Ci chiedono di trovare soluzioni ma ci danno pochi fondi»
I presidi italiani dicono che a settembre la scuola non riaprirà con le regole del ministero della Pubblica Istruzione. Perché i presidi si sentono soli di fronte a una battaglia — il ritorno in classe a settembre con il distanziamento sociale — che sentono più grande di loro. Racconta oggi Repubblica:
In queste ore, alcuni sabato scorso e altri ieri, i dirigenti scolastici italiani hanno trovato sulla Pec di istituto la comunicazione del Dipartimento per le risorse umane del ministero dell’Istruzione. In 34 pagine annuncia i finanziamenti disponibili per ogni scuola — 331 milioni, una media di 38 mila euro a istituto — e, quindi, i compiti dei singoli presidi derivanti da quell’impegno di Stato: dovrete acquistare il materiale per la sanificazione e i termoscanner, identificare aree verdi e attrezzarle, risistemare gli spazi esterni, smaltire i rifiuti, anche quelli speciali, far partire gli appalti per l’edilizia interna, cambiare gli arredi e acquistare o noleggiare tablet e hardware. «Ci chiedono di trovare da soli soluzioni che il ministero non ha», segnala una dirigente a Repubblica.
Rossana Piera Guglielmi è la dirigente dell’Istituto comprensivo Visconti di Roma (elementari e medie). Le hanno annunciato 34.000 euro di dotazione. Dice: «Il ministero ci ha lasciati soli fin qui, lo ha fatto anche con la valutazione. Non ci scoraggiamo, però. Ho messo su una task force con genitori, docenti ed esperti. Ingegneri, ispettori del lavoro, medici e scienziati, un apparato di comunicazione. La questione centrale è che faremo sì i doppi turni, ma dimezzeremo le ore di didattica. Rischiamo di tagliare del 50 per cento Italiano, Matematica, Inglese. Alla primaria potremo garantire la mensa e lezioni dalle 8 alle 12. Con i fondi dei genitori qualche attività extra il primo pomeriggio. I nostri bambini non avranno, così, le competenze necessarie. Entro giugno elaboreremo un piano di rientro, ma servono quattro docenti in più per sezione e un’ordinanza che richiami dalle graduatorie un contingente di supplenti da utilizzare da settembre a dicembre».